L'Italia annuncia ricorsi alla Corte dell'Aja in nome delle giustizia, ma l'ex terrorista rosso non sia un caso politico.
l'e-dittoreale
Il Brasile dice "no" all'estradizione di Cesare Battisti, ex terrorista rosso condannato in Italia a quattro ergastoli. L'ultima decisione in qualità di presidente del Brasile Luiz Ignacio Lula da Silva l'ha riservata proprio a Battisti, e l'esito - seppur scontato - è stato quello che tutti temevano e che nessuno voleva: Battisti resta in Brasile. In Italia le reazioni non si sono fatte attendere: richiamato l'ambasciatore brasiliano in Italia, contestazioni e critiche dalle autorità italiane, che non gradiscono la decisione dell'ormai ex presidente brasiliano e annunciano ricorso alla Corte internazionale di giustizia. E giustamente, va detto. Perchè su Battisti si pone principalmente una questione di legalità, e quindi di rispetto delle regole e delle leggi. A carico del soggetto in questione ci sono delle condanne, Battisti è stato riconsciuto colpevole dalal giustizia, e i debiti con la giustizia vanno regolati. E questo vale per tutti, a maggior ragione per chi c'è. Perchè a differenza di altre stragi e altri omicidi rimasti impuniti e senza colpevoli, questa volta il responsabile c'è e si sa dove sta. Chiediamoci quindi cosa sia più grottesco tra l'avere stragi - come quella di piazza della Loggia - che a distanza di decenni continuano a non avere giustizia perchè senza imputati e l'avere reati certificati e comprovati ma non perseguiti nonostante ci sia un responsabile individuato. Indipendentemente da come andrà a finire l'intera vicenda, attenzione però a non cedere a facili odi ideologici: un ergastolano, rosso o nero che sia, resta pur sempre un ergastolano; un omicida, di destra o di sinistra che sia, è e resta un omicida. Attenzione quindi a non fare della vicenda Battisti un caso politico: Battisti non va punito in quanto brigatista, non va perseguito perchè appartenente alle frange estreme del comunismo armato. Battisti va semplicemente punito perchè colpevole, perchè autore di reati. Di questo, quindi, si tratta: di punire dei reati così come previsto dalla legge dello Stato. E la stessa legge dello Stato riconosce, e quindi per questo deve perseguire, il reato di apologia del fascimo. E' bene ricordarlo a quanti, sotto la sede dell'ambasciata brasiliana a Roma, hanno fatto il saluto romano e fatto sventolare croci celtiche. Ed è bene ricordarlo a quanti, sempre in nome della legalità, perseguono la giusta battaglia per l'estradizione di Battisti.
(editoriale della puntata del 7 gennaio 2010 di E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)
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Il Brasile dice "no" all'estradizione di Cesare Battisti, ex terrorista rosso condannato in Italia a quattro ergastoli. L'ultima decisione in qualità di presidente del Brasile Luiz Ignacio Lula da Silva l'ha riservata proprio a Battisti, e l'esito - seppur scontato - è stato quello che tutti temevano e che nessuno voleva: Battisti resta in Brasile. In Italia le reazioni non si sono fatte attendere: richiamato l'ambasciatore brasiliano in Italia, contestazioni e critiche dalle autorità italiane, che non gradiscono la decisione dell'ormai ex presidente brasiliano e annunciano ricorso alla Corte internazionale di giustizia. E giustamente, va detto. Perchè su Battisti si pone principalmente una questione di legalità, e quindi di rispetto delle regole e delle leggi. A carico del soggetto in questione ci sono delle condanne, Battisti è stato riconsciuto colpevole dalal giustizia, e i debiti con la giustizia vanno regolati. E questo vale per tutti, a maggior ragione per chi c'è. Perchè a differenza di altre stragi e altri omicidi rimasti impuniti e senza colpevoli, questa volta il responsabile c'è e si sa dove sta. Chiediamoci quindi cosa sia più grottesco tra l'avere stragi - come quella di piazza della Loggia - che a distanza di decenni continuano a non avere giustizia perchè senza imputati e l'avere reati certificati e comprovati ma non perseguiti nonostante ci sia un responsabile individuato. Indipendentemente da come andrà a finire l'intera vicenda, attenzione però a non cedere a facili odi ideologici: un ergastolano, rosso o nero che sia, resta pur sempre un ergastolano; un omicida, di destra o di sinistra che sia, è e resta un omicida. Attenzione quindi a non fare della vicenda Battisti un caso politico: Battisti non va punito in quanto brigatista, non va perseguito perchè appartenente alle frange estreme del comunismo armato. Battisti va semplicemente punito perchè colpevole, perchè autore di reati. Di questo, quindi, si tratta: di punire dei reati così come previsto dalla legge dello Stato. E la stessa legge dello Stato riconosce, e quindi per questo deve perseguire, il reato di apologia del fascimo. E' bene ricordarlo a quanti, sotto la sede dell'ambasciata brasiliana a Roma, hanno fatto il saluto romano e fatto sventolare croci celtiche. Ed è bene ricordarlo a quanti, sempre in nome della legalità, perseguono la giusta battaglia per l'estradizione di Battisti.
(editoriale della puntata del 7 gennaio 2010 di E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)
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