Legge bavaglio, immunità e magistrati sotto il controllo dell'esecutivo: dopo gli scampati pericoli il presidente del Consiglio riprende il suo regio disegno.
l'e-dittoreale
Cosa succederà appare chiaro: Silvio Berlusconi andrà avanti. Cosa sta per accadere è altrettanto evidente: Silvio Berlusconi vuole mettere il bavaglio alla stampa, circoscrivere il terzo potere dello stato facendo della pubblica accusa un organismo politico al servizio del governo, e rendersi intoccabile, improcedibile, improcessabile. La maggioranza non è in discussione al Senato, si sta ricostituendo alla Camera, dove il cavaliere vede ingrossarsi le fila grazie ai vari transfughi e ai sempre più responsabili. E quindi, scampato il pericolo sfiducia e caduta di Governo, il presidente del Consiglio e il suo entourage legal-politico lavorano ai progetti da sempre voluti e mai dimenticati, ma non ancora ottenuti: la legge bavaglio, che adesso Berlusconi può rispolverare vista l'ormai irrilevante peso di Futuro e libertà, la riforma della giustizia, in senso garantista per le cariche di Governo, e poi il ripristino dell'immunità parlamentare. In altre parole, il potere che si arrocca a difesa di sè stesso riscrivendo le leggi nel bene della propria conservazione, in nome del proprio interesse egoistico e personale e in spregio dell'interesse nazionale. Cosa ha in mente il cavaliere è chiaro: impedire alla stampa di raccontare, scrivere, informare. Rispolverando il ddl intercettazioni nella forma arenata dai finiani che adesso però non hanno più la forza nè la possibilita di imporre veti. E poi, intende impedire inchieste giudiziarie separando le carriere, con giudici - la difesa - indipendenti e magistrati - l'accusa - nominati dal governo e ad esso rispondenti. Con il principio per cui se si è riconosciuti non colpevoli in primo gradi gli altri due gradi di giudizio non si possono tenere. Ancora, il primo ministro e primo inquisito intende evitare i processi e gli scontri sul provvedimento per il processo breve attraverso la reintroduzione dell’immunità parlamentare com’era prevista dalla Costituzione con l’articolo 68. Il tutto da fare in fretta, perchè Berlusconi per sopravvivere e mantenersi sul trono d'Italia deve avere leggi e ordinamenti su misura, costruiti e riscritti a sua immagine ed esigenza. Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha il coraggio e la facciatosta di definire il tutto come «una storica riforma liberale in arrivo», Antonio Di Pietro, ex pm e leader dell'Idv ha invece l'onestà che serve per denunciare una «riforma per delinquenti». Fermo restando che il ognuno è innocente fino a prova contraria, Berlusconi potrebbe fare come Andreotti, presentarsi nei tribunali e uscirne da libero cittadino, come fece il senatore a vita. Invece non lo fa. Segno che ha ragione di pietro: stiamo parlando di una «riforma per delinquenti». Che solo un delinquente avrebbe interesse a volere.
(poi editoriale del 25 febbraio 2011 di E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)
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Cosa succederà appare chiaro: Silvio Berlusconi andrà avanti. Cosa sta per accadere è altrettanto evidente: Silvio Berlusconi vuole mettere il bavaglio alla stampa, circoscrivere il terzo potere dello stato facendo della pubblica accusa un organismo politico al servizio del governo, e rendersi intoccabile, improcedibile, improcessabile. La maggioranza non è in discussione al Senato, si sta ricostituendo alla Camera, dove il cavaliere vede ingrossarsi le fila grazie ai vari transfughi e ai sempre più responsabili. E quindi, scampato il pericolo sfiducia e caduta di Governo, il presidente del Consiglio e il suo entourage legal-politico lavorano ai progetti da sempre voluti e mai dimenticati, ma non ancora ottenuti: la legge bavaglio, che adesso Berlusconi può rispolverare vista l'ormai irrilevante peso di Futuro e libertà, la riforma della giustizia, in senso garantista per le cariche di Governo, e poi il ripristino dell'immunità parlamentare. In altre parole, il potere che si arrocca a difesa di sè stesso riscrivendo le leggi nel bene della propria conservazione, in nome del proprio interesse egoistico e personale e in spregio dell'interesse nazionale. Cosa ha in mente il cavaliere è chiaro: impedire alla stampa di raccontare, scrivere, informare. Rispolverando il ddl intercettazioni nella forma arenata dai finiani che adesso però non hanno più la forza nè la possibilita di imporre veti. E poi, intende impedire inchieste giudiziarie separando le carriere, con giudici - la difesa - indipendenti e magistrati - l'accusa - nominati dal governo e ad esso rispondenti. Con il principio per cui se si è riconosciuti non colpevoli in primo gradi gli altri due gradi di giudizio non si possono tenere. Ancora, il primo ministro e primo inquisito intende evitare i processi e gli scontri sul provvedimento per il processo breve attraverso la reintroduzione dell’immunità parlamentare com’era prevista dalla Costituzione con l’articolo 68. Il tutto da fare in fretta, perchè Berlusconi per sopravvivere e mantenersi sul trono d'Italia deve avere leggi e ordinamenti su misura, costruiti e riscritti a sua immagine ed esigenza. Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha il coraggio e la facciatosta di definire il tutto come «una storica riforma liberale in arrivo», Antonio Di Pietro, ex pm e leader dell'Idv ha invece l'onestà che serve per denunciare una «riforma per delinquenti». Fermo restando che il ognuno è innocente fino a prova contraria, Berlusconi potrebbe fare come Andreotti, presentarsi nei tribunali e uscirne da libero cittadino, come fece il senatore a vita. Invece non lo fa. Segno che ha ragione di pietro: stiamo parlando di una «riforma per delinquenti». Che solo un delinquente avrebbe interesse a volere.
(poi editoriale del 25 febbraio 2011 di E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)
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