Censure alla Dandini, telefonate preventive e irruzioni in diretta. E un tg1 specchio del dissesto televisivo che fa comodo al premier.
l'e-dittoreale
In Italia va in onda l'autoritarismo del potere, con le reti televisive che trasmettono la farsa democratica messa in piedi da Berlusconi. La Rai recita il copione del regime, fatto di videomessaggi, attacchi e proclami. E di censure. Come quella ai danni di "Parla con me", la trasmissione di Serena Dandini, che avrebbe dovuto mandare in onda il finale di "Il caimano" ma che alla fine se l'è visto negare. Per motivi tecnici, spiegano dalla Rai di Mauro Masi, il direttore generale che preventivamente si dissocia da Michele Santoro telefonando in diretta tv "per mettere in riga" il conduttore. MOretti aveva concesso a titolo gratuito la messa in onda degli ultimi sette minuti del film, che parla di Berlusconi, di come si è creato il suo impero, e che termina con la condanna da parte dei giudici, con una molotov lanciata sui giudici. Tema di scottante attualità, visti gli ultimi attacchi del premier alla magistratura e le ultime vicende giudiziarie del premier. Tema scottante, quindi. E allora la Rai, per bocca del vicedirettore Antonio Marano, fa sapere che non si possono mettere in onda più di tre minuti del finale (che ne dure più del doppio) per non creare danni «irreparabili al valore editoriale» alla pellicola di Moretti, che dovrebbe essere in onda integralmente su Raiuno, anche se la rete ammiraglia al momento non ha spazi in palinsesto e ancora non ha una data di messa in onda. Una spiegazione che odora di menzogna, e infatti la Rai si sbugiarda da sola: ieri sera Raidue, contrariamente al palinsesto previsto e annunciato, trasmette "Le vite degli altri", film che racconta il regime comunista della Germania est, la Ddr, e la Stasi, la polizia cui era affidato il controllo dei cittadini. Proprio nel giorno in cui il presidente del Consiglio accusa «la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me», che «è fatta per andare oltre», procedendo con «un’inchiesta farsesca, degna della Germania comunista, scegliendo tempi e modi per creare degli scandali internazionali». Sempre sulla Rai, va in onda la difesa di Berlusconi, affidata all'improvvisato avvocato difensore Giuliano Ferrara: «C`è una dichiarata volontà da parte del gruppo editoriale L`Espresso, del suo editore Carlo De Benedetti, dei professoroni dei Palasharp, di abbattere Berlusconi con mezzi extraparlamentari», grida in sei minuti di intervista senza domande, praticamente un monologo senza contradditorio. «Sono 16 o 17 anni- scandisce Ferrara- che in Italia c`è un partito, un circuito o un circo mediaticogiudiziario: i giornali fanno ciò che i pm non possono fare e igiornalisti diventano magistrati. A loro volta, i magistrati fanno i giornalisti e informano loro su ciò che desiderano informare». Tv di regime? Uso autoritario dei media? Si. Come i vari Ceausescu dal 2001 a al 2010 Berlusconi ha parlato alla nazione dalla tv 10.206 minuti, praticamente una settimana continuativa per 24 ore al giorno. E se sommiamo i tempi di tutti i leader del centro sinistra che si sono alternati negli ultimi 10 anni, superiamo a malapena i 3.500 minuti (3.688, per essere esatti). Se si considerano gli interventi dei Presidenti della Repubblica (Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano), arriviamo a 3.414 minuti in Tv. Come si vede, c'è sempre e solo lui. Che nel 2002 promulgò l'editto di Sofia contro Santoro, Luttazzi e Biagi: gli ultimi due sono stati epurati, Santoro è reintegrato ma non ha vita facile. Il 20 maggio 2009 Augusto Minzolini arriva alla guida del tg1, che perde spettatori, sforna servizi di intrattenimento, confeziona interviste compiacenti il premier, mistifica la realtà spacciando Berlusconi per assolto Berlusconi nel caso Mills quando è invece prescritto, e viene alla fine diffidato dall'AgCom per «forte squilibrio» a favore della maggioranza e del governo. Questo è l'autoritarismo del potere, in onda sette giorni su sette, con le reti televisive che trasmettono la farsa democratica messa in piedi da Berlusconi e proiettano dai teleschermi il disegno sultanistico di un sessuomane quasi pedofilo che fa del proprio volere il lecito e il consentito, in barba ai limiti fissati da leggi che si vogliono cambiare a ogni costo e con qualunque mezzo. L'impunità e il divieto di pubblicazione di intercettazioni e atti giudiziari, ad esempio: strumenti per rendere il potere ancora più assoluto.
(poi editoriale del 18 febbraio 2011 di E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)
l'e-dittoreale
In Italia va in onda l'autoritarismo del potere, con le reti televisive che trasmettono la farsa democratica messa in piedi da Berlusconi. La Rai recita il copione del regime, fatto di videomessaggi, attacchi e proclami. E di censure. Come quella ai danni di "Parla con me", la trasmissione di Serena Dandini, che avrebbe dovuto mandare in onda il finale di "Il caimano" ma che alla fine se l'è visto negare. Per motivi tecnici, spiegano dalla Rai di Mauro Masi, il direttore generale che preventivamente si dissocia da Michele Santoro telefonando in diretta tv "per mettere in riga" il conduttore. MOretti aveva concesso a titolo gratuito la messa in onda degli ultimi sette minuti del film, che parla di Berlusconi, di come si è creato il suo impero, e che termina con la condanna da parte dei giudici, con una molotov lanciata sui giudici. Tema di scottante attualità, visti gli ultimi attacchi del premier alla magistratura e le ultime vicende giudiziarie del premier. Tema scottante, quindi. E allora la Rai, per bocca del vicedirettore Antonio Marano, fa sapere che non si possono mettere in onda più di tre minuti del finale (che ne dure più del doppio) per non creare danni «irreparabili al valore editoriale» alla pellicola di Moretti, che dovrebbe essere in onda integralmente su Raiuno, anche se la rete ammiraglia al momento non ha spazi in palinsesto e ancora non ha una data di messa in onda. Una spiegazione che odora di menzogna, e infatti la Rai si sbugiarda da sola: ieri sera Raidue, contrariamente al palinsesto previsto e annunciato, trasmette "Le vite degli altri", film che racconta il regime comunista della Germania est, la Ddr, e la Stasi, la polizia cui era affidato il controllo dei cittadini. Proprio nel giorno in cui il presidente del Consiglio accusa «la giustizia moraleggiante che viene agitata contro di me», che «è fatta per andare oltre», procedendo con «un’inchiesta farsesca, degna della Germania comunista, scegliendo tempi e modi per creare degli scandali internazionali». Sempre sulla Rai, va in onda la difesa di Berlusconi, affidata all'improvvisato avvocato difensore Giuliano Ferrara: «C`è una dichiarata volontà da parte del gruppo editoriale L`Espresso, del suo editore Carlo De Benedetti, dei professoroni dei Palasharp, di abbattere Berlusconi con mezzi extraparlamentari», grida in sei minuti di intervista senza domande, praticamente un monologo senza contradditorio. «Sono 16 o 17 anni- scandisce Ferrara- che in Italia c`è un partito, un circuito o un circo mediaticogiudiziario: i giornali fanno ciò che i pm non possono fare e igiornalisti diventano magistrati. A loro volta, i magistrati fanno i giornalisti e informano loro su ciò che desiderano informare». Tv di regime? Uso autoritario dei media? Si. Come i vari Ceausescu dal 2001 a al 2010 Berlusconi ha parlato alla nazione dalla tv 10.206 minuti, praticamente una settimana continuativa per 24 ore al giorno. E se sommiamo i tempi di tutti i leader del centro sinistra che si sono alternati negli ultimi 10 anni, superiamo a malapena i 3.500 minuti (3.688, per essere esatti). Se si considerano gli interventi dei Presidenti della Repubblica (Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano), arriviamo a 3.414 minuti in Tv. Come si vede, c'è sempre e solo lui. Che nel 2002 promulgò l'editto di Sofia contro Santoro, Luttazzi e Biagi: gli ultimi due sono stati epurati, Santoro è reintegrato ma non ha vita facile. Il 20 maggio 2009 Augusto Minzolini arriva alla guida del tg1, che perde spettatori, sforna servizi di intrattenimento, confeziona interviste compiacenti il premier, mistifica la realtà spacciando Berlusconi per assolto Berlusconi nel caso Mills quando è invece prescritto, e viene alla fine diffidato dall'AgCom per «forte squilibrio» a favore della maggioranza e del governo. Questo è l'autoritarismo del potere, in onda sette giorni su sette, con le reti televisive che trasmettono la farsa democratica messa in piedi da Berlusconi e proiettano dai teleschermi il disegno sultanistico di un sessuomane quasi pedofilo che fa del proprio volere il lecito e il consentito, in barba ai limiti fissati da leggi che si vogliono cambiare a ogni costo e con qualunque mezzo. L'impunità e il divieto di pubblicazione di intercettazioni e atti giudiziari, ad esempio: strumenti per rendere il potere ancora più assoluto.
(poi editoriale del 18 febbraio 2011 di E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)
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