Tuesday, 15 March 2011

Gas, la nuova grande guerra del mondo (parte 1)

Occidente e Russia, arabi e cristiani, Europa e Turchia, regimi e democrazie: tre continenti in gioco per una sola risorsa.


di Emiliano Biaggio- Se non c'è allarme per i rifornimenti di gas, c'è sicuramente preoccupazione per le vicende libiche e per gli effetti che potrebbero verificarsi. Certo è che come in occasione delle crisi tra Russia e Ucraina, si ripropone la questione degli approvvigionamenti di gas dopo il temporaneo stop del gasdotto Greenstream, conduttura sottomarina che porta gas in Italia dalla Libia. L'Italia può però contare su altre condutture, ma resta però il fatto che il nostro è comunque un paese importatore e per questo in balia degli eventi. Sul fronte della sponda sud del Mediterraneo, infatti, arrivano rifornimenti dalla rete di Transmed, le condutture che collegano Algeria e Italia passando per la Tunisia. Transmed è costituito dal Ttpc (Trans Tunisian Pipeline Company), gasdotto di terra che corre lungo Algeria e Tunisia, e Tmpc, gasdotto sottomarino che collega Tunisia e Italia. E il Galsi, il metanodotto Algeria-Italia, è ancora in fase di progettazione ma quando sarà realizzato collegherà e legherà l'Italia a un paese ricco di turbolenze interne. In tutti questi casi si parla di paesi al momento estremamenti instabili e al centro di sconvolgimenti politici (Tunisia, Algeria e Libia), che espongono a rischi. Ma sulla sponda orientale del mediterraneo e ancor più a est, le cose non sono migliori. Anche in questo caso l'Italia si espone ai rischi legati a una dipendenza stretta con la Russia. Allo stato attuale i gasdotti esistenti e operativi sulla sponda est, sono il Tag, gasdotto che trasporta gas proveniente dalla Russia, attraverso l'Austria fino all'Italia e alla Slovenia, e il Naftogas, il tubo che dalla Russia arriva in Europa attraverso l'Ucraina e ormai famoso dopo che la Russia chiuse il rubinetto per le contese con l'Ucraina. Al momento, dunque, le uniche certezze per l'Italia (e perl'Europa) sono rappresentate dalle strutture energetiche (anche in questo caso gasdotti) Transitgas e Tenp. Transitgas si sviluppa per 293 chilometri, è dotato di una stazione di compressione e trasporta gas prevalentemente di origine olandese e norvegese. Il gasdotto attraversa il territorio svizzero per 165 chilometri dalla località di Wallbach, dove si connette al gasdotto della Trans Europa Naturgas Pipeline GmbH (Tenp), che porta il gas da nord a sud tagliando di fatto in due l'Europa lungo l'asse Paesi Bassi-Germania-Svizzera. Le altre condutture, per rendere Italia ed Europa meno vincolate a paesi instabili e regimi inaffidabili, si stanno progettando sulla sponda est in chiave anti-russa. Lì, in Europa orientale, si gioca da anni una importante battaglia energetico-politica. Che adesso rischia di riaprirsi con nuove regole, anche alla luce di un Gheddafi sconfessato dall'Europa che farà pagare cara questa presa di posizione. Con la Russia che ha già abbandonato il leader libico e una Libia che già pensa di spostare i suoi petrodollari in Cina e India, la Russia potrebbe estendere la propria egemonia energetico-economica in Europa. Russia e occidente si giocano quindi una bella sfida sul suolo europeo. E non solo.

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