Wednesday, 16 March 2011

Gas, la nuova grande guerra del mondo (parte 2)

Occidente e Russia, arabi e cristiani, Europa e Turchia, regimi e democrazie: tre continenti in gioco per una sola risorsa.

di Emiliano Biaggio

Russia ed Europa, ma anche Russia e Stati Uniti. In senso più ampio Russia e occidente. La contrapposizione tra blocchi vede due fattori comuni: la federazione russa e il gas. Attualmente la Russia è il principale fornitore di gas dell'Europa, e il vecchio continente ha in cantiere diversi progetti di conduttura per sfruttare i giacimenti naturali del Caspio, bypassando il gigante euroasiatico. Allo stato attuale dall'est arriva in Europa gas attraverso Tag, gasdotto che trasporta gas proveniente dalla Russia, attraverso l'Austria fino all'Italia e alla Slovenia, e a Naftogas, tubo che dalla Russia arriva in Europa attraverso l'Ucraina: quest'ultimo è quello chiuso dalla Russia in occasione dei contenziosi con l'Ucraina, mostrando all'Europa intera quanto sia rischioso dover dipendere da altri paesi, soprattutto sempre gli stessi. Se l'unico fornitore chiude il rubinetto, come accaduto, un intera sistema economico - e non solo - di un continente rischia di andare in tilt. L'Europea, attraverso la Bei (la banca europea per gli investimenti) co-finanzia il progetto Nabucco, che a partire da quest'anno (i lavori dovrebbero iniziare per la fine del 2011) dovrebbe portare l'Europa a svincolarsi dalle dipendenze russe, spostando gas dal caucaso all'Austria via Balcani. Nabucco vede la partecipazione di 6 paesi (Turchia con Botas, Bulgaria con Bulgargaz, Romania con Transgaz, Ungheria con MOL, Austria con OMV e Germania con RWE). Lungo circa 3.300 chilometri, con partenza dal confine orientale turco ed arrivo all'hub di Baumgarten in Austria, attraverserà Bulgaria (400 km), Romania (460 km) e Ungheria (390 km), mentre la maggior parte della linea sarà in territorio turco (2.000 km circa). Lungo tutto il tracciato si calcola transiteranno circa 31 miliardi di metri cubi di gas previsti. La Russia risponde con due progetti: North Stream e South Stream: il primo gasdotto, attraverso il Mar Baltico, trasporterà direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa; il secondo gasdotto connetterà direttamente Russia ed Unione europea, eliminando ogni Paese extra-comunitario dal transito. North Stream vede la partecipazione dei Paesi Bassi (con Nederlandse Gasunie) ma soprattutto la Francia (con Gaz de France), che non partecipa a Nabucco per le resistenze turche. La contrapposizione tra Francia e Turchia ha un peso nelle strategie e nelle alleanze geopolitico-energetica euro-asiatiche: Parigi non vuole la Turchie in Ue, Ankara risponde escludendo la Francia dal mercato del gas. A vantaggio russo, che può sfruttare le divisioni europee per scardinare le resistenze del vecchio continente e disinnescare le strategie energetiche, continuando così a tenere in pugno i 27 dell'Ue e a fare affari. South Stream è un progetto sviluppato congiuntamente da Eni e Gazprom, le aziende di Stato. Il tracciato sarà diviso in due grossi tronconi, la sezione offshore nel Mar Nero e quella su terra. Il tratto nel mar Nero sarà lungo circa 900 chilometri, ma ancora non è stato ancora fissato il tragitto preciso che, tuttavia, dovrebbe partire dal porto russo di Beregovaya e arrivare a quello bulgaro di Varna. Anche in questo caso la Bulgaria, già impegnata in Nabucco, ci guadagna. Il tratto continentale non è stato ancora determinato e sono allo studio due diverse linee: una correrà dentro la penisola Balcanica, e da qui verso l'Austria, mentre l'altra verso l'Italia passando per la Grecia e il canale di Otranto. Parallelo alla conduttura Ambo, anch'essa ancora su carta, al centro della questione kosovara. E che chiama in causa gli Stati Uniti.

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