Le elezioni anticipate premiano la formazione di Enda Kenny, nuovo primo ministro. Sparisce Fianna Fail, che ottiene solo 17 seggi. E mentre si cercano ancora le alleanze, il neo-premier avverte: «il piano di aiuti va rivisto».
di Emiliano Biaggio
Cambia il governo in Irlanda, con il partito di governo uscente che sconta la pesante crisi economico-finanziaria del paese: dalle elezioni anticipate Fianna Fail esce ridimensionato e praticamente fuori gioco. Da partito di maggioranza, con 77 seggi nella Dáil Éireann (la camera bassa del parlamento irlandese, la più importante poichè la sola eletta dal popolo, a differenza del Senato, il Seanad Éireann), si ritrova con appena 17 parlamentari, peggior risultato di sempre. Avanza il Fine Gael, partito di centro-destra passato da 51 a 68 deputati, ma con la maggioranza relativa e quindi senza numeri per poter governare in solitaria. Si cercano quindi coalizioni con le altre formazioni, e si guarda al Labour party, di sinistra ma da sempre storico alleato del Fine Gael. I laburisti vedono quasi raddoppiare il numero dei propri deputati, passati da 20 a 35 seggi. Insieme, in un'ipotetica coalizione sinistra-centrodestra il Fine Gael avrebbe 103 seggi sui 166 complessivi della Camera bassa, che garantirebbe un'ampia maggioranza nella Camera, con margine ampio di governabilità.
In Irlanda la sfida non era tra destra e sinistra, ma fra chi poteva far uscire dalla crisi e chi no. Va detto che sia gli sconfitti del Fianna Fail che i vincitori del Fine Gael hanno posizioni simili sui temi economici: entrambi sono per la riduzione della spesa pubblica, ottenere aiuti dalla comunità internazionale, il rilancio della produzione. L'unica differenza, non di poco conto, è che Fine Gael può dire di non avere responsabilità dirette nel collasso che ha messo il paese in ginocchio. E' bastato questo a fargli vincere (seppure senza stravincere) le elezioni e consegnare la permiership al suo leader, Enda Kenny. Il neo-premier - che succede ad Brian Cowen - non perde tempo per dare uno scossone al paese e al continente: va ridiscusso con Unione europea e Fondo monetario il piano di aiuti ecomomici per l'Irlanda. «Questo è un cattivo accordo per l'Irlanda e per l'Europa, bisogna cambiarlo», ha detto Kenny. Secca la replica di Bruxelles, con il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, che gli ha risposto che gli impegni presi vanno rispettati. Insomma, è già scontro.
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