Tuesday, 12 April 2011

Belgio, come vivere bene senza stato e governo

Senza esecutivo e con lo spettro della secessione. Ma il paese resiste alla crisi e addirittura cresce. Ed è presente a sullo scenario internazionale.

di Emiliano Biaggio

Oltre 300 giorni senza un governo: neanche l'Iraq ha conosciuto un vuoto politico così profondo e duraturo. Eppure, a differenza del paese mediorientale, in questo stato non ci sono state nè guerre, nè cambi di regime, nè interventi di forze straniere. Solo un tira e molla tra un nord ricco e un sud arretrato, tra due comunità linguistiche differenti che hanno dimenticato come convivere, tanto che tutti ormai sono quasi abituati all'idea di una secessione e alla morte del regno. Il Belgio vive la sua crisi politica più profonda degli ultimi secoli, e la corona non riesce a ridare senso di unità e coesione a una popolazione mai così divisa e mai così distante. I fiamminghi del nord di trainare il resto del paese proprio non ne vogliono sapere, e i valloni non accettano i diktat imposti dalla comunità fiamminga. I vari tentativi di far ripartire il paese sono tutti naufragati in nulla di fatto, e i vari partiti ancora non trovano un accordo. E non è un caso: le ultime elezioni hanno sancito e certificato la spaccatura del paese. I cristiano-democratici e fiamminghi (CD&V), sono primo partito delle Fiandre, dove si è imposta la Nuova alleanza fiamminga (N-VA), partito di centrodestra indipendentista. Tra i partiti valloni si sono imposti il Partito socialista (Ps) e il Movimento riformatore (Mr), ma al di là di questi dati il risultato è uno solo: lo stallo politico. Nessuno ha la maggioranza per governare, e il dialogo tra le parti non è possibile. Allo stato attuale Yves Leterme è primo ministro ad interim, con il compito di procedere con le riforme economiche che mettano in salvo il Paese nel concomitante periodo di crisi mondiale. E il paese - forse è questa la vera sopresa di un paese che di sorprese ne sta riservando - se è in crisi politica non lo è affatto in economia. Anzi. Negli ultimi mesi - grazie anche ai buoni risultati dell’economia tedesca, con cui i belgi hanno rapporti assai stretti - sta crescendo. Insomma, il Belgio è ormai "un caso": è senza un esecutivo da 10 mesi, eppure vive una stagione migliore di tanti altri paesi. Il regno di Alberto II sta affrontando senza scossoni questioni di rilievo, a partire dalla presidenza di turno della Ue lo scorso semestre, e riesce ad essere presente sullo scenario internazionale come soggetto attivo e protagonista: di recente è stata decisa la partecipazione in Libia con sei caccia F-16. Alla faccia del governo ombra che il Belgio ha e dello stato fantasma che il Belgio è.

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