Monday, 11 April 2011

Vogliono ricostituire il partito fascista

Cinque baldi parlamentari (4 Pdl e 1 Fli) chiedono modifiche alla Costituzione in senso anti-democratico, con tanto di ddl.

di Emiliano Biaggio

A forza di parlare di regime, di leggi anticostituzionali, di leggi bavaglio, di disegni eversivi, di manovre antidemocratiche, di attacchi ai poteri e alle cariche dello Stato, alla fine qualcuno a questo regime doveva finire col crederci. Un regime noto, qui nel nostro paese, con un passato e una storia: il regime fascista. E così la squadraccia parlamentare formata da Cristiano De Eccher (Pdl), Fabrizio di Stefano (Pdl), Francesco Bevilacqua (Pdl), Achille Totaro (Pdl), ed Egidio Digilio (Fli) chiedono la riabilitazione dell’idea mussoliniana di Italia. Di più: chiedono di fatto che il Pnf possa essere rifondato. In senato i cinque fanno approvare un disegno di legge dal titolo chiaro: “Abrogazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione”, quella che recita «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Una disposizione sulla base della quale poi, nel 1952, fu approvata la legge Scelba che sancì il reato di apologia del fascismo. Ora si vuole la cancellazione di tutto ciò. L’esame del testo ancora non è stato fissato, ma il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, ha invitato a ritirarlo. Tutto ciò è «grave» accusa la senatrice del Pd Anna Finocchiaro. «La nostra Repubblica nasce dalla lotta contro il fascismo», ricorda Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd. Per il capogruppo Idv al Senato, Pancho Pardi, «è il chiaro tentativo di fare a pezzetti la nostra Costituzione». Il ministro per l’attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, rassicura: «Non c'è nessuna volontà nè del governo nè del Pdl di promuovere l'abolizione del reato di apologia del fascismo». L’antifascismo, assicura, «è valore fondante della nostra democrazia». Peccato che non tutti la pensino così, e peccato che se così è è segno che questa democrazia non è per nulla matura. E in pericolo. Per questo inquietano l’idea di abolizione della XII disposizione transitoria e l’assordante silenzio degli altri membri di governo e di Parlamento. Non una condanna di Berlusconi, non una stigmatizzazione dei ministri ex-An ex-Msi, non una parola dei padani ministri della Repubblica. A proposito: la Lega, quasi in contemporanea, propone la creazione di eserciti regionali. Un’idea che ebbe, nel 1924, anche Benito Mussolini.
(editoriale dell'8 aprile 2011 per E' la stampa bellezza, su RadioLiberaTutti)

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