Gabriella Carlucci presenta un disegno di legge alla Camera: troppi libri «partigiani». Il ministro Gelmini: «il problema c'è».
di Emiliano Biaggio
«Istituire subito una commissione parlamentare d’inchiesta sull’imparzialità dei libri di testo scolastici». L’idea è di Gabriella Carlucci, deputato Pdl che per chiedere un organismo di controllo sui libri di scuola ha addirittura presentato un progetto di legge lo scorso febbraio. Alla chetichella, come sempre si conviene per casi come questi, perché i colpi di mano – e non diciamo di Stato – si fanno così. Il silenzio adesso però è rotto, e lo fa la stessa Carlucci, denunciando che nel nostro paese ci sono «troppi testi scolastici di storia che gettano fango su Berlusconi», ed «è una situazione vergognosa». Nel fascismo, così come in ogni regime, c’era e c'è il culto della personalità e del capo, e questo non va messo in discussione. Per Berlusconi sembra valere lo stesso, almeno a sentire Carlucci. E a rendere ancor più spaventosamente rassomiglianti i due casi, sono le successive parole del deputato. «A chi è fazioso daremo il tempo il adeguarsi prima di ritirare il prodotto dal mercato». Classico avvertimento di stampo squadrista. O mafioso. Ma in Italia è piuttosto tempo di denunciare, come fa Carlucci, «tentativi subdoli di indottrinamento per plagiare le giovani generazioni a fini elettorali». Insomma, la solita storia dei libri di sinistra scritti dai comunisti, testi «partigiani», come li definisce il deputato Pdl. Ma se per l’opposizione quella di Carlucci è una «proposta desolante e vergognosa», il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelimini, sul cui conto più volte è stato detto di essere dov’è più per motivi umani che politici, «il problema dell’oggettività dei libri di testo esiste», e quindi «valuteremo la proposta della Carlucci». Ciò non sorprende: stiamo parlando di un deputato da una carriera tutt’altro accademica e non certo all’insegna di libri e manuali, un ministro circondato da voci non proprio lusinghiere e certamente a sfondo molto poco politico, e di rappresentanti di una maggioranza e di un governo retti dal professionista dei bunga bunga: insomma, non certo il comitato per il Nobel. E se c’è chi solo la settimana scorsa chiedeva di ricostituire il partito fascista e abolire il reato di apologia del fascismo, allora non solo non sorprende la proposta di Carlucci, che anzi risulta persino coerente. Beppe Fioroni, parla quindi non a caso di «proposta da Minculpop». Carlucci è quasi stupita da simili reazioni. «Non vedo lo scandalo», dice. Evidentemente non si è mai guardata allo specchio.
(editoriale della puntata del 15 aprile 2011 di E' la stampa Bellezza, su RadioLiberaTutti)
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