Le elezioni consacrano Veri Finlandesi, nazionalisti ed euro-scettici.
di Emiliano Biaggio (fonte foto: la Stampa)
La Finlandia si risveglia nazionaliste ed euroscettica, e con il partito di estrema destra Veri Finlandesi secondo partito del paese. Le elezioni segnano infatti l'ascesa dell'ultradestra conservatrice e xenofoba di Timo Soini, che passa dal 4,1% del 2007 al 19,6% di queste consuotazioni. In quattro anni consensensi quasi quintuplicati, per un partito che adesso segnerà le sorti politiche del paese e le decisioni di governo dei prossimi anni. Veri Finlandesi andrà infatti verosimilmente al governo con il partito della Coalizione Nazionale (Cn), la formazione conservatrice che ha vinto le elezioni con il 19,8% dei voti, un pugno di schede (0,2%) in più rispetto alla formazione di Soini. Intanto si dà praticamente per certo Jyrki Katainen, ministro delle Finanze uscente e leader del Cn, nuovo primo ministro del paese. Esce infatti sconfitta Mari Kiviniemi, la premier uscente: il suo Partito di Centro scende dal 23,1% al 16,2% e viene scavalcato non solo dal Partito della Coalizione Nazionale di Katainen ma anche dai socialdemocratici, che ottengono il 18,9%, (in calo del 2,5%). Da partito di governo a quarto partito di Finlandia (dietro a Cn, Veri Finlandesi e socialdemocratici): i moderati perdono, e il trionfo della destra oltranzista ne è una diretta conseguenza. Verdi fermi al 7,1%, con la sinistra ferma dunque al 26%. Quasi certamente si avrà un'intesa Cn-Veri Finlandesi, ma nonostante i numeri la maggioranza non sembra solida: i due partiti insieme mettono insieme il 39,4% dei consensi, per un paese dalle tante incognite. Se il parito di centro deciderà di appoggiare la destra allora si avrebbe maggioranza certa, ma si dovrà attendere. Certo è che l'Europa non può che accogliere con preoccupazione l'esito delle elezioni: la Finlandia si ritrova improssivamente euro-scettica.
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