Al centrosinistra Bologna e Torino, Pisapia al ballottaggio e avanti a Milano. L'ira della Lega. Bersani: «inversione di tendenza»
di Emiliano Biaggio
Silvio Berlusconi ha perso: il test elettorale delle amministrative boccia infatti il Pdl e la maggioranza, che esce sconfitta al primo turno a Bologna e Torino, e che si vede costretta al ballottaggio a Milano e Napoli. Nel capoluogo lombardo, addirittura contro ogni pronostico il centrosinistra è avanti e i partiti di governo arrivano al secondo turno dovendo inseguire. Nessuno avrebbe potuto prevedere un simile esito, e a questo punto occorrerà capire come Berlusconi intenderà procedere di qui in avanti. Il presidente del consiglio si è speso in prima persona, e in nessuno dei casi ha saputo ripetere quel ciclo virtuoso che lo aveva visto finora vincente ovunque aveva portato la propria persona. Toni forse troppo alti, promesse troppo difficili da poter mantenere o spiegazioni della realtà difficili da far passare come credibili i tre fattori che probabilmente hanno pesato sul centrodestra, dove adesso è difficile credere che non si aprirà una resa dei conti interna. La Lega anche più del Pdl mal digerisce il ballottaggio a Milano con la sinistra in vantaggio, e non è un mistero che il partito di Bossi non aveva preso bene la candidatura di Letizia Moratti a sindaco; Milano è e resta un obiettivo del Carroccio, che non accetta di vedersela sfilare da Giuliano Pisapia. «La Lega ha sempre fatto vincere Berlusconi, questa è la prima volta che Berlusconi fa perdere la Lega», sibila un furibondo Umberto Bossi. «Non siamo più noi a far vincere Silvio, ma è Silvio a far perdere noi», aggiunge rincarando la dose. Segni di spaccatura all'interno di una maggioranza dove dalle parole del leader leghista si capisce chiaramente quali siano ormai i veri rapporti di forza. E' forse presto per parlare di crisi, ma una cosa è certa: come sottolinea un raggiante Pier Luigi Bersani, «vinciamo noi e perdono loro». Questo, del resto, sembrano dire i numeri: alla comunali, nei capoluoghi di provincia al primo turno vince il centro sinistra 6-3 (si va al ballottaggio in altri 6 capoluoghi), mentre alle provinciali il centrosinistra si afferma 3-2 al primo turno (vittoria a Gorizia, Ravenna e Lucca, mentre il centrodestra prevale a Treviso e a Campobasso). Attenzione, però: perchè il centrosinistra al momento non avanza. Conferma infatti i propri sindaci e i propri presidenti di provincia, senza strappare niente al centrodestra, centrodestra che viceversa toglie campobasso al Pd. Bersani insiste col sostenere che «l'inversione di tendenza c'è stata», ma restano ancora da assegnare sei capoluoghi e altrettante province. E' dunque presto per tirare somme e stilare bilanci, poichè il quadro vero e completo si avrà solo a fine mese. Solo allora si potrà dire come sono andate realmente le cose. Intanto le certezze sono due: Berlusconi ha perso il test politico nelle 4 principali città (Bologna, Torino, Milano e Napoli), Bersani raggiunge i suoi obiettivi: conquistare al primo turno Bologna e Torino e costringere il centrodestra al ballottaggio a Milano e Napoli. In questo il Pd ha certamente vinto: ma a Bologna deve fare i conti con i grillini, al 10%, mentre a Napoli deve cedere al candidato dell'Idv: sarà infatti De Magistris a sfidare Lettieri. Più che vera vittoria per il centrosinistra sembra essere reale sconfitta per il centrodestra. La sintesi della situazione politica prova a darla Nichi Vendola: «Il miracolismo di Berlusconi ha smesso di incantare. La sinistra ce la può fare, ma deve superare le fratture innaturali come quelle di Napoli».
poi editoriale del 20 maggio 2011 per E' la stampa bellezza, su radioliberatutti.it
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