L'allarme del vicedirettore generale del Wordl Food Program dell'Onu. Che avverte: «garantire finanziamenti o sarà crisi umanitaria».
di Emiliano Biaggio
Quella in atto nel Corno d'Africa «per la regione è la peggiore siccità degli ultimi 60 anni», anche se «non stiamo assistendo agli scenari tragici degli anni Ottanta e Novanta». Infatti «in passato c'era una minore siccità ma c'erano più vittime». Lo afferma Amir Mahmoud Abdulla, vicedirettore generale del Programma alimentare mondiale (Pam, in inglese Wfp- World food programm), ascoltato dalla commissione Affari esteri del Senato. La situazione, comunque, allo stato attuale è critica. «Ha raggiunto un livello inaccettabile il numero delle vittime tra i bambini», e ci sono «oltre 13 milioni di persone colpite dalla carestia» in tutta la regione. Finora, comunque, aggiunge Abdulla, come Pam «siamo riusciti a raggiungere 11 milioni di persone con gli aiuti alimentari», ma il problema è che i prezzi dei generi alimentari «sono elevati e volatili». Rischiano di più gli altri due milioni di persone, quelle della Somalia meridionale, dove «non siamo ancora riusciti ad accedere».
Per il corno d'Africa, mette in guardia Abdulla, «la sfida più importante è la gestione della crisi nel lungo periodo». In un periodo di crisi economica e finanziaria come quello
attuale, «la sfida sarà cercare di assicurare uno sforzo continuo» a sostegno dei popoli e dei paesi (Etiopia, Somalia, Kenia, Uganda e Gibuti), soprattutto a livello finanziario. Quindi occorrerà fare in modo che «i governi nazionali assicurino i finanziamenti», anche perchè «mancano 580 milioni di dollari» per i programmi di aiuto, denuncia. Allo stato attuale, infatti, sulla carta «ci sono 250 milioni di dollari garantiti dalle promesse dagli impegni di contribuzione». Impegni, precisa Abdulla, che hanno consentito «l'autorizzazione dell'acquisto di oltre 80 milioni di dollari in beni alimentari». Con le risorse economiche a disposizione, fa sapere, e' garantita la copertura «fino a gennaio 2012». Dopo, sarà ancor più emergenza.
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