Wednesday, 10 August 2011

Ici per il Vaticano e 8‰ inespresso allo Stato

Lo chiedono atei e agnostici. Uno scherzo? Assolutamente no. Un modo per far fronte alla crisi e pareggiare i conti.

Come uscire dalla tenaglia della crisi? Che cosa tagliare? A chi chiedere sacrifici? Ognuno esibisce la sua ricetta. L’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (Uaar), a costo di provocare scontate e virulente reazioni, propone di «intervenire sugli enormi contributi che lo Stato eroga ogni anno per fini religiosi». L’Uaar ricorda che, «anche solo lasciando allo Stato la quota delle scelte inespresse dell’otto per mille, si recupererebbero ogni anno oltre seicento milioni di euro». Altri fondi arriverebbero, sempre secondo gli Atei, «dall’introduzione dell’Ici sui beni ecclesiastici e dall’eliminazione di ogni onere statale per la scuola privata, come Costituzione comanda». Qualcuno, nella maggioranza, se la sente di prendere nota?
(Da la Repubblica del 10 agosto 2011)

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