Friday, 23 September 2011

Cipro divisa anche su gas e petrolio

Greco-ciproti e turchi si contendono le risorse appena scoperte nel sottosuolo marino dell'isola. Che pensa a estrazioni con Israele. E Ankara mobilita la flotta.

di Emiliano Biaggio
Gas e petrolio nel fondale marino di Cipro. Una buona notizia per chi l'ha scoperto e per chi vuole estrarre le risorse, un po' meno per gli equilibri della regione e l'alta tensione che si respira da decenni attorno all'isola, ancora divisa tra un nord turco e un sud greco-ciprota. Il punto è il seguente: nella zona economica esclusiva di Cipro, la compagnia texana Noble Energy ha individuato il “blocco 12”, giacimento che sembrerebbe essere ricco di petrolio e gas. La società Usa – che ha appena condotto ricerche anche nelle acque territoriali israeliane – ha chiesto la partecipazione nelle attività estrattive i greco ciprioti e Israele. La Turchia però non riconosce la parte indipendente dell'isola, e vede come una provocazione l'idea di estrazione delle risorse in quanto il governo di Ankara ritiene che qualsiasi risorsa naturale offshore appartenga sia alla comunità greco-cipriota sia a quella filo-turca. Inoltre la Turchia è in crisi diplomatica con Israele. Per cui le notizie pervenute oltre Bosforo non possono che scatenare le immediate reazioni e innescare una nuova crisi. «Se insisteranno per metterci davanti al fatto compiuto – afferma il ministro degli esteri turco Davutoglu - faremo anche noi le nostre azioni, tra cui un patto sulle frontiere marittime tra Turchia e Cipro del Nord». Cipro Nord, fa sapere Davutoglu, «può condurre le stesse esplorazioni con la Turchia e la sua compagnia per il petrolio e il gas Tpa». Dichiarazioni che non intimoriscono le autorità ciprote, che attraverso il ministro per l'Energia annunciano l'intenzione di accelerare con le attività estrattive. «Stiamo compiendo anche noi questo passo, assieme a Cipro Nord», annuncia a stretto giro il premier turco Recep Tayyip Erdogan. «Potremmo cominciare molto presto, probabilmente questa settimana», aggiunge. «Inizieremo questi lavori nella nostra zona economica esclusiva». Questo significa che navi da guerra e aerei turchi monitoreranno, pronti ad intervenire, le operazioni di trivellazione che Cipro ha avviato in mare. I mezzi militari, inoltre, difenderanno le analoghe perforazioni che Ankara avvierà nei prossimi giorni.
La vicenda, oltre a riproporre la questione di Cipro, pone problematiche anche di più ampio spettro: il “blocco 12”, infatti, è un enorme giacimento sottomarino di gas al centro di una disputa anche tra Israele e Libano, trovandosi tra le acque territoriali di questi due Paesi e di Cipro. Israele, ovviamente, non molla. L’Onu invita alla calma i contendenti, temendo che queste nuove tensioni facciano allontanare il traguardo della riunificazione tra Cipro Nord e Sud. E anche l'Unione europea guarda con apprensione agli ultimi sviluppi nel Mediterraneo orientale. L'Ue ha addirittura invitato Turchia e Cipro a trovare «una soluzione complessiva» sullo status dell'isola. Per tutta risposta Ankara ha minacciato di sospendere le relazioni con l’Unione Europea se l’anno prossimo Bruxelles assegnerà a Cipro la presidenza di turno.

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