L'Anp chiederà di far parte del mondo, gli Stati Uniti annunciano il veto. E riaccendono il conflitto.
di Emiliano Biaggio
La comunità internazionale dice no al riconoscimento in sede Onu della Palestina. Tony Blair, ex premier britannico e inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, mette in guardia. «Qualsiasi gesto unilaterale è espressione di frustrazione e può essere comprensibile ma non per questo utile a fornire una soluzione per la nascita dello Stato palestinese». Anche per questo gli Stati Uniti hanno detto esplicitamente che ricorreranno al veto al Consiglio di sicurezza per bloccare ogni tentativo palestinese di ottenere l'ingresso all'Onu se la questione verrà affrontata alla prossima assemblea generale che inizierà il 19 settembre. «Il Presidente (Obama, ndr) - ha scandito Wendy Sherman, neo-nominata sottosegretario di Stato - è stato molto chiaro: una risoluzione Onu per il riconoscimento della Palestina non ci porterà alla soluzione a due Stati che entrambe le parti cercano e la gran parte del mondo cerca». La questione arabo-israeliano torna dunque di scottante attualità. Con il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon, che irrompe sulla scena rendendo ancor più incandescente il clima. «Sono a favore dello Stato palestinese, uno Stato sovrano e indipendente della Palestina», ha sottolineato. Ma uneventuale ingresso palestinese all'Onu, ha aggiunto, è una questione su cui decideranno gli Stati membri. Le responsabilità di ciò che avverrà (o non avverrà) è dunque sulle spalle degli attori dello scacchiere internazionale.
La dirigenza palestinese, intanto ha deciso: chiederà ufficialmente l'adesione alle Nazioni Unite dello Stato di Palestina indipendente e sovrano con Gerusalemme est capitale, accanto ad un Israele confinato alle frontiere del 1967. Poi si presenterà per la ratifica in Consiglio di sicurezza. Gli Stati Uniti hanno annunciato un veto, Israele non rinuncerà mai a Gerusalemme. Al momentoappare cosa certa l'isolamento della Palestina, che rischia però di isolare ancor di più Israele in una regione dove gli equilibri sono mutati e gli scenari appaiono incerti. Libia e Siria da sempre sono paesi critici nei confronti dello stato ebraico, l'Egitto, con la caduta di Mubarak, ha riaperto il valico di Rafah e bisogna capire come si comporterà con Isralele, e la Turchia ha appena istituzionalizzato la crisi diplomatica. Israle è dunque sempre più isolato e forse una soluzione della questione palestinese oggi potrebbe essere quanto mai necessaria.
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