Saturday, 22 October 2011

Crisi, a Bruxelles prevale l'incertezza

Tante divisioni e nessun accordo contro la crisi alla vigilia del vertice europeo.

di Emiliano Biaggio

Clima di attesa a Bruxelles per il vertice europeo in programma domani. Nella capitale dell’Europa si respira però aria di profonda incertezza, per via di divergenze che non ancora non sono state appianate e intese che ancora stentano a essere trovate. A poco è servita la riunione straordinaria dell’Ecofin di ieri sera: l’unica cosa che è stata stabilita, infatti, è che per gli aiuti alla Grecia «è necessario un sostanziale aumento nel contributo da parte delle banche», come ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Junker”, al termine della riunione. Da cui però, a ben vedere, è uscito solo un principio generico. Restano allora tutti sul tavolo i nodi sciogliere, che non sono pochi. Garantire la tranche di aiuti economici alla Grecia, dare risposte chiare ai mercati finanziari, assicurare la stabilità e la continuità dell’Euro, rafforzare il fondo di stabilità (l’Efsf, il cosiddetto "fondo salva-Stati") dotandolo di maggiore liquidità, mettere in sicurezza il sistema bancario dell’Europa: il vertice europeo di domani dovrà fornire risposte ad ognuna di queste questioni.
Al momento, però, l'accordo sulle misure anti-crisi ancora non si trova. Pesa in questo la profonda divisione tra Francia e Germania. La prima – che teme declassamenti del proprio rating – preme per risposte immediate ed efficaci; la seconda – per via di ragioni di politica interna – procede con cautela, dicendo di non ritenere l’incontro decisivo e di non vedere effetti negativi in caso di risultati al di sotto delle aspettative. Proprio quello, però, che non vogliono le borse e gli operatori finanziari. Per questo, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, «tutte le decisioni devono essere prese domenica, anche se le misure per la loro attuazione seguiranno successivamente». Barroso ha esplicitamente invocato «senso del compromesso da parte di tutti i partecipanti».
Il clima resta comunque di profonda incertezza: il presidente francese Nicolas Sarkozy ha promesso un nuovo piano globale entro la fine del mese, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha smorzato le aspettative per una soluzione alla crisi, mentre il ministro delle finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble, ha confermato la presenza di un'intesa solo rispetto a un piano per ricapitalizzare le banche, rimandando le risposte su come ridurre il debito della Grecia. Nessuna intesa neanche sul rafforzamento del fondo salva stati. Vano è stato anche il vertice straordinario “improvvisato” mercoledì a Francoforte, in occasione del passaggio di consegne tra Jean Claude Trichet, presidente uscente della Bce, e il suo successore Mario Draghi. Una serie di incontri tra rappresentanti di Germania, Francia, Banca centrale europea, Commissione europea e il Fondo monetario internazionale. Che anche in quel caso non hanno prodotto nulla. «L'Unione Europea sta dando un'immagine disastrosa», ha commentato un preoccupato Jean Claude Junker, presidente dell’Eurogruppo. Stasera intanto è atteso un pre-vertice tra il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.
Tutto ancora da stabilire, dunque. Si attende tra auspici e timori. Le borse europee hanno chiuso in rialzo, e qualcuno legge il segnale con cauto ottimismo. Ma la verità è che la Banca centrale europea ha acquistato titoli di Stato italiani e spagnoli. Segno che per questi paesi c'è ancora bisogno di aiuti, e che molto probabilmente altre questioni si aggiungeranno a quelle già sul tavolo. Non lo ha nascosto il ministro dell'Economia olandese, Jan Kees de Jager. «L'Italia – ha detto - deve prendere nuove misure e mi aspetto che le presenti durante i vertici di questo week end».

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