Tuesday, 4 October 2011

Israele, il ghetto ebraico del Medio Oriente

Tra muri realizzati e progettati, reticolati di filo spinato e sensori, lo Stato ebraico si autocondanna all'isolamento.

di Emiliano Biaggio

In Medio Oriente Israele è sempre più solo e soprattutto isolato. Ormai è un dato di fatto. Con Siria e Libano i rapporti sono da sempre tesi, con la Turchia - una volta paese amico - è crisi diplomatica, il nuovo Egitto è una incognita ma la riapertura del valico di Rafah (che permette il transito di cose e persone da e verso la Palestina) rappresenta una preoccupazione per il governo di Tel Aviv, e la Giordania è alle prese con problemi di politica interna. Come se non bastasse Israele si arrocca dietro a barriere di cemento e filo spinato. Per le autorità dello Stato ebraico, protezioni come il muro di Gerusalemme servono per difesa, peraltro legittima. Ma le recinzioni servono solo a circoscrivere il problema. E se è vero che le fortificazioni possono rendere lasciare buona parte delle minacce, va detto che gli israeliani restano però intrappolati - o meglio, confinati - dentro. Con i suoi progetti Israele si sta di fatto "ghettizando" (e mai termine sembra essere più appropriato) da sola. La miopia sta nel non rendersi conto che un cinta muraria non rende più inattabili e impenetrabili, ma rende più deboli. Perchè è la dimostrazione intanto del richiudersi su sè stessi, e poi perchè si dà l'immagine di un popolo che non sa essere aperto verso il prossimo. E questo, in una regione turbolenta dove anche l'Iran si affacia con sempre più antisemitica prepotenza, non giova certo a Israele. Che ha tutto il diritto alla difesa, ma forse anche il dovere di agire in altro modo. Invece procede con il suo progetto di bel recinto.
(fonte foto: ilSole24ore)

No comments:

Post a Comment