Saturday, 12 November 2011

bLOGBOOK - Back in Mechelen

Di nuovo a Mechelen

Mechelen, eccomi di nuovo qui. Per una promessa fatta a me stesso, e per una rivincita da dover riprendere su un birrificio visitabile solo una volta al giorno. Una settimana fa arrivai troppo tardi, la visita era già cominciata. Quest'oggi invece la storia sarà diversa. Che la giornata sarà differente si capisce sin da subito, già aprendo gli occhi: dalla finestra coperta dalla spessa tenda si intuisce la luce del sole. La giornata è splendida, il sole risplende in un cielo terso. La temperatura suggerisce che l'inverno è sempre più alle porte, la sciarpa e i guanti regalatemi dagli amici lontani sono stati un dono prezioso, oltre che gradito. Il treno è in perfetto orario, come sempre del resto. E come sempre viene quasi preso d'assalto. D'accordo che la stazione centrale di Bruxelles è uno snodo importante, ma da queste parti si viaggia spesso il fine settimana, anche grazie all'applicazioni di speciali tariffe valide solo per il week-end più economiche e più convenienti di quelle praticate negli altri giorni della settimana. Dal finestrino sfila il paesaggio fatto ora di campi, ora di boschi, ora di piccoli paesini, finchè il treno non si ferma in città. Poi improvvisamente, da dietro di una queste, si ergono imponente due centrali che ing
annano lo spettatore: sembrano in tutto e per tutto centrali nucleari, ma - sebbene il Belgio abbia 6 reattori - quando si vedono poco dopo aver lasciato Bruxelles in realtà sono le centrali a gas di Vilvoorde, di proprietà dell'Electrabel. Il colpo d'occhio è notevole, ma l'energia da atomo non si produce da queste parti.
Non potevo scegliere giornata migliore per tornare, e non solo per via del sole. Di domenica la città è praticamente deserta, i pochi negozi che aprono lo fanno a partire dalle due del pomeriggio. Oggi invece, sabato, è giorno di mercato. La piazza grande (Grote markt) è piena in ogni suo centimetro quadrato, occupata e affollata com'è di stand, bancarelle, tavolini dei locali e persone. La città è calda e viva, al contrario di una settimana fa, quand'era fredda e spopolata. Oggi gli abitanti reclamano i propri spazi e i propri luoghi, mentre i forestieri come me osservano con soddisfatta curiosità una Mechelen davvero imperdibile. Sarà per l'orario mattutino, o sarà perchè la fredda stagione vuole ricordare e ribadire in che periodo dell'anno ci troviamo, ma risulta davvero difficile muoversi per le tante zone d'ombra. Trovo riparo in una caffetteria, dove ordino la mia tazza di caffè che mi ero ripromesso di prendere prima di uscire di casa e che, cosa di non poco conto, riscalda membra intirizzite. Ma il tempo a disposizione non è molto, così nel giro di dieci minuti sono di nuovo all'esterno per dirigermi
verso la mia meta. Per le vetrine e sulle bancarelle del mercato prodotti e addobbi natalizi fanno già bella mostra di sè. Una ragazza in cappotto rosso cammina tenendo in mano un vaso di stelle di natale che ben si intona all'abito indossato. Le festività sono dietro l'angolo, e ci si prepara a riceverle come tradizionalmente si conviene.
Het Anker, ovvero il luogo in cui si produce la Gouden Carolus. «Solo nel 1960 è nato il marchio Gouden Carolus», spiega il nostro Virgilio. «Fino ad allora la birra prodotta si chiamava Anker, nome originario del birrificio dato dal nome del fondatore, Jan Hanker, nel lontano 1369. Ma è solo con l'acquisto del birrificio da parte di Louis Van Brendaam nel 1872 che uno tra i più antichi birrifici del Belgio iniziò a diventare un centro di produzione industriale. Nel 1904, il birrificio - che nel frattempo era diventato Van Breedam - si fuse con la casa produttrice NV Boonaerts e divenne NV Het Anker. Oggi il birrificio conserva ancora questo nome storico ma è conosciuto per il suo brand: Gouden Carolus». Il birrificio oggi produce intorno alle 20.000 tonnellate di birra al giorno ed esporta in tutto il mondo, imbottiglia quattro diversi tipi di birra - Classic (scura ad alta fermantazione), Triple (chiara a tripla fermantazione), Ambrio (ambrata) e Hopsinjoor (chiara ad alta fermantazione ottenuta con 5 luppoli diversi) - cui si aggiungono tre produzioni speciali - Christmas collection (scura, prodotta a settembre), Easter collection (scura, prodotta a marzo) e Cuveè dell'imperatore (sia chiara che scura, prodotta ad agosto). A questi sette tipi di Gouden Carolus si aggiungono la Anker, birra chiara che mantiene il
marchio originale della prima birra prodotta, la Lucifer, la Maneblusser e la Boscoulis, birra ai frutti di bosco. «Il birrificio è sempre stato all'avanguardia», spiega la nostra guida. «Già alla fine dell'800 disponeva di tecniche e metodi di produzione all'avanguardia, e dopo la seconda guerra mondiale i tre bollitori, incassati nel pavimento, erano i macchinari di ultima generazione». Questo, insomma, è uno dei segreti che ha fatto grande questa birreria. Che a breve estenderà i propri orizzonti. «E' in produzione il primo whisky a marchio Gouden Carolus e il primo nella storia dell'azienda», anticipa la nostra guida. «La produzione è iniziata lo scorso anno con un whisky invecchiato di tre anni, quindi si avrà in commercio solo a partire dal 2013. Si inizierà a venderlo solo in Belgio e poi, se ci sarà domanda, anche in Europa e poi nel mondo. E sempre se ci sarà domanda, si distilleranno whisky a maggiore età di invecchiamento».
L'evoluzione vale anche per i birrifici, dunque. Tutti devono fare i conti con la storia, del resto. E ognuno deve capire i tempi in cui vive. Per Het Anker è tempo di ampliare la propria offerta, per me è già tempo di andare. Butto giù ciò che resta dell'ultima birra della casa offerta come degustazione e vado per la mia strada. A godermi un'assolata e viva Mechelen in un sabato di autunno inoltrato. Nella piazza c'è ancora il mercato: chissà che non trovi spunti o addirittura regali per le festività sempre più vicine. Mi faccio largo tra la folla, quindi mi perdo tra la gente di Mechelen.

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