La crisi li riporta al centro dell'agenda della Commissione europea, che ne propone l'introduzione riaprendo il dibattito interno.
di Emiliano Biaggio
L'Unione europea lancia il progetto dei bond comunitari, titoli obbligazionari pensati per dare maggiore stabilità finanziaria ai paesi dell'eurozona e dell'Unione europea. Gli "Stability bond" (o titoli di stabilità ) sono stati presentati oggi a Bruxelles dal presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, e il vicepresidente dello stesso organismo e commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Renh. Contenuti nel "Libro verde per gli stability bonds", ultimo capitolo del pacchetto redatto dalla Commissione Ue per la crescita, la stabilità e il rafforzamente della governance economica, questi titoli obbligazionari sono al momento un'ipotesi in campo per affrontare la crisi. «Riteniamo che la creazione di un mercato obbligazionario comune possa portare grandi vantaggi» per l'Ue, ha detto Barroso in conferenza stampa. Sul tema adesso «c'è il primo contributo formale», con la presentazione di un documento - quello di oggi - che avvia il dibattito. L'auspicio è di «avere un'analisi chiara e obiettiva, e una discussione che non venga affrontata con posizioni dogmatiche». L'Ue, dunque, rompe il tabù degli eurobond, che nelle intenzioni si chiamano però Stability bond «per distinguerli altri titoli obbligazionari quali ad esempio i Project bond», ha sottolineato Barroso.
Alla base del progetto ci sono 2 elementi e 3 opzioni. I due elementi chiave, ha spiegato Olli Rehn, sono da una parte i «possibili benefici in tema di stabilità , resistenza della finanza ed efficacia dei mercati», e dall'altra «l'interazione tra i bond di stabilità e una governance economica rafforzata». Serviranno infatti altre misure, perchè da soli - ha scandito Barroso prendendo la parola - «non risolvono i nostri problemi nell'immediato nè possono sostituire le riforme indispensabili». Allo studio ci sono tre ambiti di possibile applicazione di questi bond comunitari: un'opzione piena, con la sostituzione di tutti i titoli sovrani («il mercato dei bond sovrani frammentato attualmente è sotto stress», ha rimarcato Rehn), un'opzione parziale con garanzie congiunte (l'idea è di una convivenza tra "bond rossi" garantiti dagli stati membri e "bond blu" garantiti dall'Ue), e un'opzione parziale con garanzie non congiunte. «La seconda opzione - ha riconosciuto Rehn - darebbe una maggiore garanzia di stabilità finanziaria, ma richiederebbe un emendamento al trattato Ue, e quindi tempo per la messa in pratica». Su tutto il capitolo Stability bond «stiamo lanciando comunque un'ampia consultazione», ha evidenziato il vicepresidente della Commissione Ue. Ma se Rehn già fa capire come vorrebbe procerede, Barroso invece non si sbilancia. «La Commissione al momento non ha formato un proprio parare» in merito. Adesso bisogna ascolatere tutti e «solo alla fine delle consultazioni», e quindi solo «al momento opportuno» si scioglieranno le riserve. Barroso ha quindi spazzato il campo da equivoci. «Considerare questa nostra mossa come un atto contro qualche governo di un paese membro sarebbe assurdo», ha detto a chi gli chiedeva se questa decisione potrà avere ripercussioni nei rapporti con la Germania, restia all'introduzione di bond comunitari. «Dai contatti che ho posso dire che non c'è alcuna opposizione, al contrario c'è interesse», ha tenuto a dire Barroso. Le riserse, ha ammesso, ci sono e «riguardano le tempistiche». Di questo, ha concluso Barroso, «sono contento perchè vuol dire che nel merito non c'è alcuna riserva».
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