Il nuovo premier nel segno della discontinuità: «L'Europa al centro dell'attività di governo». E Barroso plaude: «Monti competente».
di Emiliano Biaggio
«L'impegno del mio governo è quello di rispettare gli impegni presi», mentre «lo sforzo del mio governo sarà quello di mettere da una parte l'Europa al centro dell'attività di governo, e dall'altra di contribuire il più possibile allo sviluppo armonioso e forte dell'Unione europea». Mario Monti si presenta così in Commissione europea, alla sua "prima" in Europa da presidente del consiglio. Parlando in conferenza stampa dopo un incontro con il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, Monti mette subito le cose in chiaro, mandando un altrettanto chiaro messaggio di discontinuità. Il capo del governo, che ha tenuto a ricordare i dieci anni trascorsi nelle istituzioni comunitarie, ha voluto sottolineare come intenda «operare come ponte» verso l'Ue, dopo un governo - quello Berlusconi - distintosi per la sua assenza, con quel ministero per le Politiche comunitarie lasciato vacante per troppo tempo. Non a caso Monti ha voluto porre l'accento sul nuovo ruolo che l'Italia intende avere d'ora un poi. «L'intensa, approfondita e lunga conversazione con Barroso ha riguardato la strategia comune più che aspetti precisi» di singoli paesi. Del resto il momento per confrontarsi sui dettagli economici non è oggi. «Sulle questioni economiche approfondirò il tema venerdi, quando riceverò a Roma Olli Rehn», il commissario europeo per gli Affari economici e monetari e vicepresidente della Commissione europea. Oggi, quindi, «la questione di un pareggio di bilancio al 2013 per l'Italia non è stata trattata con Barroso».
L'Italia è dunque impegnata innanzitutto a riappropriarsi di un ruolo da protagonista, dopo essere stata relegata a paese marginale. «Spero che l'Italia potrà collaborare alla definizione del futuro dell'Europa», ha detto Monti, che da Bruxelles ha voluto mandare un messaggio rassicurante agli italiani. «L'Europa non ci dà vincoli, ma delle indicazioni nell'interesse del paese e soprattutto nell'interesse delle future generazioni». La prima sfida che il nuovo governo è quindi quella di «spiegare all'interno del paese che quello che faremo non è per un adempimento burocratico», ma per dare vita a «un futuro migliore». La strada è quella delle riforme, e per la seconda volta Monti fa capire che siamo in nuova fase. «Rispetto al governo precedente vogliamo avere meno conflittualità», ha detto prima di essere tradito dall'emozione. «Vogliamo avere meno conflittualità per andare a fondo...», ha scandito Monti, il quale però si è corretto subito dopo aver riso delle sue stesse parole. «Non così a fondo», ha detto scherzando. Quindi ha ripetuto il concetto. «Vogliamo avere meno conflittualità per andare fino in fondo per quanto riguarda le riforme strutturali».
Barroso, al suo fianco, non ha nascosto che «la situazione italiana rimane difficile», e ha invitato a lavorare sodo. «Nessuno si aspetta miracoli, ma uno sforzo continuo e costante». Per usare una metafora sportiva, «non servono corse sprint, ma concentrazione su una maratona». Insomma, «occorre tempo», del resto, ha scandito Barroso, «non si può cambiare la percezione dei mercati da un giorno all'altro». Ma il presidente della Commissione Ue ha lasciato intendere che l'Italia è sulla via giusta. «Conosco Monti, so che è una persona molto competente. Ho piena stima e fiducia in lui e credo abbia le capacità per guidare questo paese», ha detto Barroso, che ha rivolto gli «auguri al signor primo ministro, caro Mario». Un chiaro attestato di stima per Monti, e un'implicita bocciatura al suo predecessore, a testimoniare la discontinuità mostrata con il nuovo governo. (fonte foto: il Sole 24 ore)
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