L'allarme di Olli Rehn, commissario per gli Affari economici e monetari dell'Ue. Che taglia le stime di crescita dell'Italia.
di Emiliano Biaggio - La ripresa economica dell'Unione europea si è fermata. Anche a causa di «una fiducia deteriorata che sta affliggendo consumi e investimenti», allo stato attuale «la crescita è in una situazione di stallo e c'è il rischio di una nuova recessione». L'allarme lo lancia Olli Rehn, vicepresidente della Commissione euroepea e commissario europeo per gli Affari economici e monetari, in occasione della presentazione delle previsioni economiche europee per l'autunno 2011. Le stime sono chiare: «La crescita reale del prodotto interno lordo dell'Ue - si legge nel dossier - si prevede in arresto per la fine dell'anno, e addirittura col segno negativo in alcuni stati membri». Nel complesso, si legge nel rapporto dell'Ue, il prodotto interno lordo dell'Europa a 27 «è previsto stagnante per la fine del 2011», mentre la crescita prevista per il 2012 «viene rivista al ribasso» (tra lo 0,5% e l'1,25% in meno sia per la zona Ue che per l'Eurozona), e solo nel 2013 si avranno segnali di ripresa (l'Ue stima infatti crescita intorno all'1,5% nell'Ue e attorno all'1,4% nell'eurozona). L'inflazione è attesa in lieve graduale calo, e «dovrebbe attestarsi sotto la soglia del 2% nel corso del 2012». Come risultato di queste previsioni, il deficit fiscale per il 2011 viene calcolato al 4,7% del Pil dell'Unione europea e al 4,2% del Pil dell'Eurozona.
Tra gli stati membri che arriveranno a fine anno col segno "meno" anche l'Italia, dove si attende per il quarto trimestre una contrazione dello 0,2%, per una crescita complessiva che per il 2011 si prevede dello 0,5%. Il nostro paese, nello specifico, si trova con un mercato del lavoro «stagnante» e con una pressione inflattiva che continua a crescere, e proprio questi due aspetti «si pensa che continueranno a incidere sulle decisione di spesa dei consumatori». Insomma, Italia ferma. Ma il consolidamento fiscale «può portare a un considerevole surplus primario», fa sapere lo studio dell'Ue, che però per il nostro paese non stima la ripresa - peraltro modesta - prima del 2013. Per il 2012, infatti, «la crescita reale del Pil attesa è dello 0,1%», mentre per il 2013 si calcola un +0,7%.
Per Olli Rehn quello che si sta facendo non è abbastanza. «Mentre il lavoro cresce in alcuni stati membri, nessun reale miglioramento sul fronte della disoccupazione si registra in Europa a livello complessivo». A questo punto, suggerisce, «occorre ristabilire fiducia nella sostenibilità fiscale e nel sistema finanziario, accelerando quelle riforme che servono per accrescere il potenziale di crescita dell'Ue».
No comments:
Post a Comment