Thursday, 1 December 2011

L'imperativo Ue: aiuti alle banche. Anche statali

Prorogate le norme anti-crisi a sostegno degli istituti di credito: i governi potranno arginare le crisi di liquidità.

di Emiliano Biaggio

Le banche potranno continuare ad essere aiutate dagli Stati, che potranno pompare denaro e arginare così la crisi di liquidtà degli istituti di credito. Lo ha deciso la Commissione europea, che prorogato la permanenza in vigore delle norme anti-crisi per le banche. In particolare, spiega Joaquín Almunia, vicepresidente della Commissione e commissario responsabile per la politica di concorrenza, si tratta principalmente del chiarimento delle modalità da rispettare per garantire che lo Stato riceva una remunerazione adeguata in caso gli Stati membri decidano – come «avverrà probabilmente sempre più spesso in futuro» - di ricapitalizzare le banche ricorrendo a strumenti per i quali la remunerazione non viene fissata in anticipo, come le azioni ordinarie. Ancora, rileva, è stata concordata una metodologia riveduta relativa alla remunerazione delle garanzie per le esigenze di finanziamento delle banche, che, ricorda Almunia, rappresentano «la maggior parte del sostegno concesso finora». Ciò per per garantire che le commissioni versate dalle banche riflettano il loro rischio intrinseco piuttosto che il rischio connesso allo Stato membro interessato o al mercato nel suo insieme. Queste norme, prese di concerto con la Banca centrale europea (Bce) e l'Autorità bancaria europea (Eba) «si applicheranno per tutto il tempo richiesto dalle condizioni di mercato», vale a dire finchè il mercato dei titoli sovrani sarà di tensioni. Almunia usa un paragone medico per sintetizzare la situazione e gli strumenti utilizzati per affrontarla, un paragone che ben rende l'idea della delicatezza del momento. La proroga della norme salva-banche sono un «respiratore artificiale», e «noi non vogliamo prolungare questa respirazione assistita». Per questo «staccheremo tutto quando la situazione si sarà normalizzata».

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