Waterloo
Un uomo solo contro il mondo, un uomo da solo contro tutti. Lui, Napoleone, che prima seppe fare suo un continente creando un impero, e poi in grado di sfidare ciò che di quel continente restava. Un esercito, quello napoleonico, contro le truppe di Gran Bretagna, regno dei Paesi Bassi, regno di Hannover, ducato di Brunswick, ducato di Nassau, regno di Prussia. Una lotta impari, condotta in una battaglia talmente famosa e forse epica da essere ancora oggi ricordata in tutto il mondo: la battaglia di Waterloo. Le stampa dell'epoca dipingono una cittadina di campagna, come tante nell'allora Benelux riunito nel regno dei Paesi Bassi, strade sterrate, campi e qualche cascina. Qua e là delle fattorie, che diventeranno poi quartier generale delle varie armate. Oggi Waterloo è una piccola cittadina di oltre 29.000 persone, che vive ancora di quella che è passata alla storia come "la battaglia delle battaglie". Un titolo dovuto ai numeri: 180.000 i soldati che si fronteggiarono in campo aperto, 43.000 i morti solo nello scontro del 18 luglio 1815, quello decisivo che ha sancito la fine dell'era napoleonica e scritto una nuova pagina per la storia d'Europa. Una storia celebrata ancora oggi: qui a Waterloo, ma non solo. Si contano nel mondo 125 città omonime a quella belga, senza contare Wellington, capitale della Nuova Zelanda intitolata al comandante britannico, il duca di Wellington. Waterloo, oggi, è Waterloo e Braine-l'Alleud, due comuni distinti e distanti. Quattro chilometri di strada separa questi due posti, ognuno con la propria importanza. Il primo, quello dal nome altisonante, per essere stato il luogo dove Wellington stabiliì il proprio quartier generale prima della battaglia del 18 giugno 1815; il secondo, quello che pochi conoscono, deve la propria importanza al campo di battaglia dove Napoleone vide la disfatta della sue armate, della sua Francia, e della sua idea di Europa. Oggi il comune di Waterloo è solo la sede del museo che ricostruisce e ripercorre parte della storia di quella battaglia, e il vecchio quartier generale di Wellington custodisce la storia essendo la sede del museo. Braine-l'Alleud, invece, è reso ancor più grande, e non solo per il maggior numero di abitanti (poco più di 37.000): il campo di battaglia si sviluppa qui, e qui è stato eretto il "monte del leone" (o Butte de lion), monumento commemorativo della vittoria britannica contro le armate napoleoniche. Un monte artificiale a forma di cono alla cui sommità è stata posta una gigantesca statua di pietra raffigurante un leone, stemma reale della casata dei Paesi Bassi, introdotto in Gran Bretagna quando sul trono salì la casata d'Orange. Il leone appoggia una zampa su una sfera, a simboleggiare il dominio della Gran Bretagna sul mondo. Il leone è in direzione del campo di battaglia sottostante, anche se la testa è rivolta a sinistra, quasi a rendere grazie a Blucher, che allora da quella parte arrivò con i soldati prussiani a ricongiungersi con quelli britannici. L'arrivo del generale Blucher decise le sorti della battaglia che tanto avrebbe fatto parlare, non solo gli storici. Se andate al museo di Braine-l'Alleud potrete assistere a due filmati sulla battaglia, uno dei quali realizzato mettendo insieme parti del film di Sergej Bondarčuk. Oggi Waterloo conserva intatti i luoghi che la storia ha reso celebri, e su quel campo di battaglia fa rivivere i momenti più significativi di quel 18 luglio 1815. Rappresentazioni in costume ricostruiscono infatti scene della battaglia, mentre a tavola la birra Waterloo rifocilla il turista e il passante. Una birra, come suggerisce il nome, prodotta in zona e servita in boccali di ceramica. Arrivare qui da Bruxelles è un attimo: 20 minuti con l'intercity, anche se dovete sapere dove scendere. Waterloo è infatti il comune dove non si trova il campo di battaglia, ma questo si impara arrivandoci. Scendere a Braine-l'Alleud sarebbe stato forse l'ideale, ma non avrebbe permesso di visitare il quartier generale che fu di Wellington. L'aria è di quelle più che frizzanti: cinque gradi con il sole restano comunque pochi. Ma la giornata permette di sfidare le rigidità invernali. Se piace camminare, dal campo di battaglia alla stazione sono 20 minuti, da trascorrere tra campi aperti, verdi prati e deliziosi quartieri residenziali. Oggi Waterloo è calma.
Other destionations visited:
Amsterdam / Antwerpen / Berlino / Binche / Braine l'Alleud / Brugge / Budapest / De Haan / Den Haag / Durbuy / Gent / Halle / Knokke / Leuven / Liège / Mechelen / Mons / Namur / New York city / Oostende / Santiago de Compostela / Strasbourg / Tournai / Vilvoorde /
Un uomo solo contro il mondo, un uomo da solo contro tutti. Lui, Napoleone, che prima seppe fare suo un continente creando un impero, e poi in grado di sfidare ciò che di quel continente restava. Un esercito, quello napoleonico, contro le truppe di Gran Bretagna, regno dei Paesi Bassi, regno di Hannover, ducato di Brunswick, ducato di Nassau, regno di Prussia. Una lotta impari, condotta in una battaglia talmente famosa e forse epica da essere ancora oggi ricordata in tutto il mondo: la battaglia di Waterloo. Le stampa dell'epoca dipingono una cittadina di campagna, come tante nell'allora Benelux riunito nel regno dei Paesi Bassi, strade sterrate, campi e qualche cascina. Qua e là delle fattorie, che diventeranno poi quartier generale delle varie armate. Oggi Waterloo è una piccola cittadina di oltre 29.000 persone, che vive ancora di quella che è passata alla storia come "la battaglia delle battaglie". Un titolo dovuto ai numeri: 180.000 i soldati che si fronteggiarono in campo aperto, 43.000 i morti solo nello scontro del 18 luglio 1815, quello decisivo che ha sancito la fine dell'era napoleonica e scritto una nuova pagina per la storia d'Europa. Una storia celebrata ancora oggi: qui a Waterloo, ma non solo. Si contano nel mondo 125 città omonime a quella belga, senza contare Wellington, capitale della Nuova Zelanda intitolata al comandante britannico, il duca di Wellington. Waterloo, oggi, è Waterloo e Braine-l'Alleud, due comuni distinti e distanti. Quattro chilometri di strada separa questi due posti, ognuno con la propria importanza. Il primo, quello dal nome altisonante, per essere stato il luogo dove Wellington stabiliì il proprio quartier generale prima della battaglia del 18 giugno 1815; il secondo, quello che pochi conoscono, deve la propria importanza al campo di battaglia dove Napoleone vide la disfatta della sue armate, della sua Francia, e della sua idea di Europa. Oggi il comune di Waterloo è solo la sede del museo che ricostruisce e ripercorre parte della storia di quella battaglia, e il vecchio quartier generale di Wellington custodisce la storia essendo la sede del museo. Braine-l'Alleud, invece, è reso ancor più grande, e non solo per il maggior numero di abitanti (poco più di 37.000): il campo di battaglia si sviluppa qui, e qui è stato eretto il "monte del leone" (o Butte de lion), monumento commemorativo della vittoria britannica contro le armate napoleoniche. Un monte artificiale a forma di cono alla cui sommità è stata posta una gigantesca statua di pietra raffigurante un leone, stemma reale della casata dei Paesi Bassi, introdotto in Gran Bretagna quando sul trono salì la casata d'Orange. Il leone appoggia una zampa su una sfera, a simboleggiare il dominio della Gran Bretagna sul mondo. Il leone è in direzione del campo di battaglia sottostante, anche se la testa è rivolta a sinistra, quasi a rendere grazie a Blucher, che allora da quella parte arrivò con i soldati prussiani a ricongiungersi con quelli britannici. L'arrivo del generale Blucher decise le sorti della battaglia che tanto avrebbe fatto parlare, non solo gli storici. Se andate al museo di Braine-l'Alleud potrete assistere a due filmati sulla battaglia, uno dei quali realizzato mettendo insieme parti del film di Sergej Bondarčuk. Oggi Waterloo conserva intatti i luoghi che la storia ha reso celebri, e su quel campo di battaglia fa rivivere i momenti più significativi di quel 18 luglio 1815. Rappresentazioni in costume ricostruiscono infatti scene della battaglia, mentre a tavola la birra Waterloo rifocilla il turista e il passante. Una birra, come suggerisce il nome, prodotta in zona e servita in boccali di ceramica. Arrivare qui da Bruxelles è un attimo: 20 minuti con l'intercity, anche se dovete sapere dove scendere. Waterloo è infatti il comune dove non si trova il campo di battaglia, ma questo si impara arrivandoci. Scendere a Braine-l'Alleud sarebbe stato forse l'ideale, ma non avrebbe permesso di visitare il quartier generale che fu di Wellington. L'aria è di quelle più che frizzanti: cinque gradi con il sole restano comunque pochi. Ma la giornata permette di sfidare le rigidità invernali. Se piace camminare, dal campo di battaglia alla stazione sono 20 minuti, da trascorrere tra campi aperti, verdi prati e deliziosi quartieri residenziali. Oggi Waterloo è calma.
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