Saturday, 28 January 2012

bLOGBOOK - Namur

Namur

Nessuno direbbe che Namur riveste grande importanza. E' ad un'ora da Bruxelles, e a sud il centro siderurgico e carbonifero di Charleroi attira le attenzioni economiche del Belgio e non solo. Ma Namur è capoluogo dell'omonima provincia e capitale della regione della Vallonia, il Belgio francofono. Quando si pensa a una città della Vallonia viene subito in mente Liegi, ma a quanto pare si tratta di un pensiero errato, frutto della poco conoscenza del paese. Neppure Namur si è saputa sottrarre a quello che in Belgio è uno storico unico comun denominatore: la decadenza. Mechelen, Gent, Brugge, Antwerpen: tutte città che hanno perso la propria importanza, e Namur non è da meno. Dal prestigio avuto prima con i Merovingi e poi con i conti delle Fiandre, la città ha assistito a un lento e inesorabile declino. Storie di declini e decadenze, di antichi fasti e vecchie glorie: più che sui fiumi il Belgio si specchia su ciò che fu. In un'Europa in crisi, la storia passata del Belgio appare ben si sposa con le realtà del presente.
Namur è scintillante di sole e pulsante di vita. L'ultima settimana di saldi e la bella giornata sono un richiamo per molta gente, che si riversa per le strade per concludere gli ultimi acquisti scontati o godersi la piacevole atmosfera. Il mondo appare come sospeso: non c'è il solito vento gelido, e dove batte il sole l'inverno per un attimo scompare. Ma come si finisce nelle zone d'ombra i cinque gradi tornano a farsi sentire. I camminamenti pedonali a raso dei fiumi ricorda molto Utrecht, e scorrere insieme al Mosa e al Sambre risulta piuttosto piacevole. La città di per sè non è assai suggestiva, ma comunque si lascia ammirare. Sarà per il sole, o per le strade brulicanti di vita, ma l'impressione che dà al visitatore e al turista di passaggio è di una piacevole vivibilità. Il percorso che conduce alla cittadella è immerso nel verde: un angolo di bosco che produce aria buona tra tanto smog urbano. I prati, gli alberi, il verde: più si sale verso la fortezza e più Namur scompare: il brusio cittadino si fa sempre più distante, e i suoni della natura iniziano a imporsi. Gli uccelli che cinguettano, lo scorrere dell'acqua lungo i piccoli canali, il suono del vento. Tutto è pace. Lungo il sentiero sono disseminate mappe e tavole dove poter leggere e studiare la storia di quel luogo. Costruito nel X secolo dai Merovingi, nel XIII secolo divenne residenza dei conti delle Fiandre. Nel 1488, dopo la rivolta di Namur contro l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, la cittadella venne ulteriormente fortificata. Ma è solo nel 1620 che la cittadella arriva ad avere la fisionomia che ancora oggi conserva: per volere di Luigi XIV, re di Francia, venne ampliata e ricostruita. Espugnata alla fine del secolo dall'olandese Guglielmo III d'Orange-Nassau, restò sotto controllo olandese fino al 1830, quandò passò sotto il regno dell'indipendente Belgio al termine della guerra d'indipendenza. Sede militare fino al 1977, oggi ospita il museo.
Le città dall'alto sono quasi sempre tutte uguali. Tetti, guglie e campanili. Eppure il panorama è davvero entusiasmante. Probabilmente è per via del bel tempo, che fa apparire tutto migliore. Il tempo, del resto, influisce sugli umori e sugli stati d'animo. Se si cerca pace la cittadella è il posto migliore dove trovarlo, a dispetto delle vie del centro, dove tutto è ordinato movimento, continuo rumore, incessante attività. La sfida della partenza, la scommessa del viaggio, la paura di non farcela, la voglia di tornare; nuovi stimoli, vecchi legami, stessi turbamenti. I dubbi e le incertezze di sempre, le tante nuove incognite. Troppo movimento nell'animo, troppo malessere. Mi imbatto nell'unico esempio di cattedrale tardo-barocca di tutto il regno, la basilica di sant'Albano. Come è beffardo a volte il destino. Le vie dello shopping mi ricordano che devo fare degli acquisti, e devo sbrigarmi se voglio usufruire dei saldi. Quanto può essere un'ora di distanza tra due città? Abbastanza. La linea di confine tra mondi diversi è anche ben più sottile. Namur, non distante dalla capitale di Belgio ed Europa, mostra un altro Belgio e un'altra Europa, dove l'inglese non è parlato perchè non conosciuto. Una città che, attraverso queste esperienze di vita, suggerisce allo straniero di cimentarsi con la lingua locale. E' ora di studiare il francese, ma è anche ora di tornare. Suona strano, per chi è destinato a rimanerci da queste parti. Ma ogni cosa ha un inizio e una fine. E il normale epilogo porta con sè anche la morte dei sogni. O forse no. Forse ne porta di nuovi. Chiudo gli occhi. 

LE FOTO DI NAMUR 

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