Il tedesco "famoso" per essere stato definito kapo' da Berlusconi eletto al primo turno. «La fine dell'Euro non è irrealistica, lavorare per uscire dalla crisi»
di Emiliano Biaggio
Martin Schulz è il nuovo presidente del Parlamento europeo. Con 387 voti su 670, l’Assemblea di Strasburgo lo ha infatti eletto al primo turno nuovo leader dell’organo legislativo dell’Ue. Successore di Jerzy Buzek, Martin Schultz – tedesco, 56 anni, una carriera nell’Spd e nel partito socialista europeo – resterà in carica fino a giugno 2014. L’elezione di Schulz è stata immediata: il regolamento del Parlamento Ue prevede infatti che per eleggere il presidente si raggiunga la maggioranza assoluta dei voti, non conteggiando le schede nulle. I numeri hanno proclamato Schulz vincitore, come da attese: 699 voti espressi, di cui 29 schede bianche. Dei 670 voti validi, 387 sono andati al tedesco.
Prendendo la parola in qualità di neo-presidente del Parlamento europeo, Schulz ha invitato tutti ad assumersi le proprie responsabilità consapevoli delle sfide che aspettano l’Europa. «Per la prima volta dalla sua fondazione il fallimento dell'Unione europea non è più un'ipotesi irrealistica», ha messo in guardia. Da oggi in poi, ha scandito, «i nostri interessi non possono più essere separati da quelli dei nostri vicini». Occorre quindi che ci sia «la consapevolezza che l'Unione europea non è un gioco a somma zero, in cui debbono esserci necessariamente perdenti e vincitori». Semmai, ha continuato Schulz, «è vero il contrario: o siamo tutti perdenti o siamo tutti vincitori». Per cui «la regola di base è pertanto il metodo comunitario». Dopo aver indicato il metodo di lavoro, Schulz ha quindi indicato dove concentrare sforzi ed energie: crescita, ripresa economica, occupazione. «Dobbiamo renderci conto che la gente in Europa si interessa poco ai dibattiti istituzionali: li preoccupa molto di più il futuro dei loro figli, il lavoro, la pensione».
Schulz intende restituire centralità al ruolo del Parlamento europeo, a suo giudizio «escluso in larga misura dal processo decisionale» in questi ultimi due anni e mezzo, quelli a guida Buzek e a "marca" Ppe. Schulz ha fatto sapere di non gradire «accordi governativi adottati a porte chiuse a Bruxelles», e quindi – ha assicurato – «il Parlamento non intende restare con le mani in mano di fronte a una simile situazione». Schulz, rivolgendosi all’Assemblea e ancor più in particolare al premier ungherese Viktor Orban, ha lasciato intendere chiaramente che il nuovo Parlamento si esprimerà per un ritorno dello stato di diritto in Ungheria, come peraltro richiesto dal suo stesso partito. «Chi viola i valori della nostra Carta dei diritti fondamentali deve aspettarsi la nostra opposizione», ha detto.
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