Spazio dedicato a cosa succede in Italia. Chi fa che cosa, dove, come e soprattutto perchè. Protagonisti e comparsate nel paese dove tutto (ma proprio tutto!) è davvero possibile.
di Emiliano Biaggio - Il governo Monti ha ormai conquistato mercati e partner. «Devo dire, con un po’ di imbarazzo, che tutte le persone con cui ho parlato hanno percepito una forte e rinnovata credibilità del Governo italiano», ammette il nuovo premier. «Il governo Monti fa schifo», sentenzia Umberto Bossi. «Mi sembra un Governo di improvvisati. Il presidente della Repubblica ha dato il mandato di capocordata a una persona che le montagne le ha viste solo in cartolina». Da Storace arriva il "j'accuse". Il governo tecnico «rappresenta la negazione del principio alla base della democrazia, per cui un esecutivo governa solo se legittimato e scelto dal voto popolare. E in questo caso tale condizione non si è verificata». Intanto si verifica quello che tutti temevano: la manovra lacrime e sangue a firma Monti. Stretta sulle pensioni, stangata sulle case, aumento delle tasse. Misure imposte dalla crisi. Ma anche no. «Quella che ci viene proposta è una manovra imposta dalle banche e dai mercati», attacca ancora Storace. «La manovra porterà casino e basta», profetizza re Umberto, che ordina ai suoi di votare contro la manovra in Parlamento. Non contento lancia anatemi alla squadra di Monti e al capo dello Stato. «Il governo andrà a picco e va bene... Lo ha messo in piedi il Presidente della Repubblica che dovrà prendersi la responsabilità di aver sciolto un governo legittimamente eletto. Questo commissario di origine europea e bancaria ha fatto un governo dei banchieri. Ha perso l’Italia e ha vinto la Padania». Per il signore del nord il dado è tratto: «Occorre ragionare su una possibile indipendenza condivisa. Occorre pensare a una trattativa tra le aree del Paese, perché è ormai evidente come così non si possa proseguire». Calderoli avverte: «E' finito il tempo di una Lega moderata». Nel rispetto di tale proclama, Bossi parla allora a piede libero. «Il governo Monti? Robaccia anti-democratica». E poi, sostiene, «non capisce niente: non è riuscito a creare un solo posto di lavoro. Era molto meglio mettere un imprenditore che non un professore». Il senso è chiaro: meglio Berlusconi. Mica tanto. Il cavaliere «è diventato un fedele alleato di Monti, tutto quello che gli dice la sinistra lo stanno facendo». Per re Umberto ciò è intollerabile: «Berlusconi è con i comunisti, s’è messo col governo». Per cui la santa alleanza con Silvio da Arcore è sciolta. «L’asse io non lo vedo, adesso non c’è e ognuno sta a casa sua». Questo vuol dire l'Italia agli italiani, ma soprattutto la Padania ai padani. «Noi dobbiamo andare a Milano a confermare che, con le buone o meno buone, Padania sarà: adesso ci siamo rotti le palle». Anche perchè l'Europa ormai è alla frutta, e dalla sua disgregazione nascerà lo stato settentrionale. «L’Italia ha perso e ora in Europa nessuno vuole mettere i soldi in un fondo salva-stati, i tedeschi giustamente non vogliono pagare i debiti dell’Italia e della Grecia, quindi non se ne farà niente. Non esiste un fondo che possa salvare gli stati». Ma la secessione, spiega Umberto da Cassano Magnago, sarà solo il primo passo, perchè «finito l'euro la Padania si farà la sua moneta, mica deve tornare indietro alla lira per continuare a mantenere tutti questi furfanti». E' l'ennesima, nuova, dichiarazione di guerra contro l'Italia e il suo capo, Napolitano. «Non lo sapevo che l'era un terun», schernisce Bossi. «Abbiamo subito il Presidente della Repubblica che ci ha riempito di tricolori, sapendo che alla gente del Nord non piacciono i tricolori», dato che «è il Nord che deve pagare per un’Italia che non abbiamo voluto». Quindi re Umberto fa le corna al presidente della Repubblica. Calderoli, invece, fa la ramanzina all'alleato di un tempo. «Questo è un governo di sinistra: Berlusconi ha preso le distanze con alcune dichiarazioni ma deve anche dimostrare di non essere l'utile idiota che sostiene un governo di sinistra. Stacchi la spina e si vada al voto». Berlusconi ragiona da democristiano: «Abbiamo assicurato il nostro leale sostegno al governo dei Professori, ma dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza e dobbiamo comportarci come se la campagna elettorale fosse già in corso». Maroni non ci sta. «Mi viene difficile seguire queste contorsioni. Noi siamo all'opposizione perché riteniamo che il governo stia facendo male. Vorremmo che anche chi critica il governo Monti si rendesse conto che bisogna recuperare i valori della democrazia piuttosto che continuare così». Invece «continua la politica delle televendite, la politica degli annunci auto elogiativi», denuncia Di Pietro. «Finora - accusa - con la manovra sono cresciuti solo gli evasori e chi fa il falso in bilancio. È stata una manovra che aumenta la recessione e impoverisce le famiglie». «Di danni ne stanno facendo Monti e il suo fedele alleato Berlusconi», torna ad attaccare l'ex ministro per le Riforme. Che ricorda: «Noi della Lega non moriamo mai». Ahinoi.
di Emiliano Biaggio - Il governo Monti ha ormai conquistato mercati e partner. «Devo dire, con un po’ di imbarazzo, che tutte le persone con cui ho parlato hanno percepito una forte e rinnovata credibilità del Governo italiano», ammette il nuovo premier. «Il governo Monti fa schifo», sentenzia Umberto Bossi. «Mi sembra un Governo di improvvisati. Il presidente della Repubblica ha dato il mandato di capocordata a una persona che le montagne le ha viste solo in cartolina». Da Storace arriva il "j'accuse". Il governo tecnico «rappresenta la negazione del principio alla base della democrazia, per cui un esecutivo governa solo se legittimato e scelto dal voto popolare. E in questo caso tale condizione non si è verificata». Intanto si verifica quello che tutti temevano: la manovra lacrime e sangue a firma Monti. Stretta sulle pensioni, stangata sulle case, aumento delle tasse. Misure imposte dalla crisi. Ma anche no. «Quella che ci viene proposta è una manovra imposta dalle banche e dai mercati», attacca ancora Storace. «La manovra porterà casino e basta», profetizza re Umberto, che ordina ai suoi di votare contro la manovra in Parlamento. Non contento lancia anatemi alla squadra di Monti e al capo dello Stato. «Il governo andrà a picco e va bene... Lo ha messo in piedi il Presidente della Repubblica che dovrà prendersi la responsabilità di aver sciolto un governo legittimamente eletto. Questo commissario di origine europea e bancaria ha fatto un governo dei banchieri. Ha perso l’Italia e ha vinto la Padania». Per il signore del nord il dado è tratto: «Occorre ragionare su una possibile indipendenza condivisa. Occorre pensare a una trattativa tra le aree del Paese, perché è ormai evidente come così non si possa proseguire». Calderoli avverte: «E' finito il tempo di una Lega moderata». Nel rispetto di tale proclama, Bossi parla allora a piede libero. «Il governo Monti? Robaccia anti-democratica». E poi, sostiene, «non capisce niente: non è riuscito a creare un solo posto di lavoro. Era molto meglio mettere un imprenditore che non un professore». Il senso è chiaro: meglio Berlusconi. Mica tanto. Il cavaliere «è diventato un fedele alleato di Monti, tutto quello che gli dice la sinistra lo stanno facendo». Per re Umberto ciò è intollerabile: «Berlusconi è con i comunisti, s’è messo col governo». Per cui la santa alleanza con Silvio da Arcore è sciolta. «L’asse io non lo vedo, adesso non c’è e ognuno sta a casa sua». Questo vuol dire l'Italia agli italiani, ma soprattutto la Padania ai padani. «Noi dobbiamo andare a Milano a confermare che, con le buone o meno buone, Padania sarà: adesso ci siamo rotti le palle». Anche perchè l'Europa ormai è alla frutta, e dalla sua disgregazione nascerà lo stato settentrionale. «L’Italia ha perso e ora in Europa nessuno vuole mettere i soldi in un fondo salva-stati, i tedeschi giustamente non vogliono pagare i debiti dell’Italia e della Grecia, quindi non se ne farà niente. Non esiste un fondo che possa salvare gli stati». Ma la secessione, spiega Umberto da Cassano Magnago, sarà solo il primo passo, perchè «finito l'euro la Padania si farà la sua moneta, mica deve tornare indietro alla lira per continuare a mantenere tutti questi furfanti». E' l'ennesima, nuova, dichiarazione di guerra contro l'Italia e il suo capo, Napolitano. «Non lo sapevo che l'era un terun», schernisce Bossi. «Abbiamo subito il Presidente della Repubblica che ci ha riempito di tricolori, sapendo che alla gente del Nord non piacciono i tricolori», dato che «è il Nord che deve pagare per un’Italia che non abbiamo voluto». Quindi re Umberto fa le corna al presidente della Repubblica. Calderoli, invece, fa la ramanzina all'alleato di un tempo. «Questo è un governo di sinistra: Berlusconi ha preso le distanze con alcune dichiarazioni ma deve anche dimostrare di non essere l'utile idiota che sostiene un governo di sinistra. Stacchi la spina e si vada al voto». Berlusconi ragiona da democristiano: «Abbiamo assicurato il nostro leale sostegno al governo dei Professori, ma dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza e dobbiamo comportarci come se la campagna elettorale fosse già in corso». Maroni non ci sta. «Mi viene difficile seguire queste contorsioni. Noi siamo all'opposizione perché riteniamo che il governo stia facendo male. Vorremmo che anche chi critica il governo Monti si rendesse conto che bisogna recuperare i valori della democrazia piuttosto che continuare così». Invece «continua la politica delle televendite, la politica degli annunci auto elogiativi», denuncia Di Pietro. «Finora - accusa - con la manovra sono cresciuti solo gli evasori e chi fa il falso in bilancio. È stata una manovra che aumenta la recessione e impoverisce le famiglie». «Di danni ne stanno facendo Monti e il suo fedele alleato Berlusconi», torna ad attaccare l'ex ministro per le Riforme. Che ricorda: «Noi della Lega non moriamo mai». Ahinoi.
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