Concessi al nostro paese sei mesi per adeguarsi alle richieste, poi saranno multe salatissime. Intanto l'Ue detta misure, tempistiche e condizioni. Proprio come sul fronte economico e delle riforme.
di Emiliano Biaggio
La buona notizia è che l’Italia ha evitato – per ora – di dover pagare multe salatissime, nell’ordine di 500.000 mila euro al giorno, e di aver ottenuto sei mesi di tempo per dare risposte all’emergenza rifiuti in Campania. La cattiva notizia è che il nostro paese è stato di fatto commissariato dall’Unione europea, che detta le misure da adottare e le tempistiche e le condizioni da rispettare. L’esito dell’incontro tra il commissario europeo all’Ambiente, Janez Potočnik, e il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, è questo. L’Unione europea tende una mano all’Italia, concedendo un ulteriore, ultimo, termine per convincere Bruxelles che il nostro paese merita l’archiviazione delle procedure d’infrazione e delle condanne. Questo, scandisce Potočnik, perché da una parte si riconosce al governo di Roma – e ancor più agli Enti locali – di aver varato «un buon piano» per la gestione dei rifiuti, e dall’altra perché si è consapevoli del fatto che «la questione dei rifiuti della Campania non è di semplice soluzione».
L’Italia, rileva Potočnik, «ancora non sta attuando le misure chieste dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, e siamo pronti a riferire alla Corte di giustizia». Allo stesso tempo, però, al nostro paese sono concessi «sei mesi di tempo per attuare una efficiente gestione dei rifiuti speciali». Attenti, questo non significa nulla: «Non stiamo sospendendo nulla», sottolinea il commissario Ue. All’Italia, quindi, si concede in sostanza il tempo per dimostrare di adempiere alle richieste dalla Corte di Strasburgo e di lavorare per risolvere una volta per tutte la questione rifiuti campana. Solo in quel caso si potrà valutare di non procedere nei confronti del governo di Roma. Ma fino ad allora l’Italia dovrà rispettare la "road map" tracciata a Bruxelles e imposta dall’Ue: da oggi a giugno 2012 l’Italia dovrà attuare la gestione dei rifiuti speciali, oltre che garantire più riciclo, maggior recupero dei rifiuti organici e maggior ricorso al trasferimento via nave ad altri paesi (Paesi Bassi, principalmente); fino al 2014, inoltre, sarà in vigore un "periodo di transizione" della gestione dei rifiuti più generale. A partire dall’1 gennaio 2015 tutto dovrà essere in grado di funzionare e il piano della regione Campania dovrà essere pienamente operativo. Questo significa anche la realizzazione e la messa in esercizio dei 3 termovalorizzatori (Napoli est, Salerno e Acerra).
Ce la farà l’Italia? Se segue le indicazioni dell’Europa ce la può fare. «Siamo pronti a scongelare i fondi di coesione per l’Italia», così da «cofinanziare» le opere che servono per far fronte all’emergenza rifiuti in Campania, annuncia Potočnik. Lo scongelamento dei fondi non sarà però totale, ma parziale e deciso dopo un’analisi «caso per caso», per evitare così sprechi o utilizzi impropri. Lo sblocco dei fondi, congelati dopo l’apertura della procedura d’infrazione, avverrà comunque «a determinate condizioni», precisa il commissario Ue. In primo luogo si dovrà «finanziare ogni attività e ogni misura utile a garantire la separazione, il recupero e il riciclo dei rifiuti e la realizzazione degli impianti di incenerimento» che servono alla Campania. In secondo luogo, «l’Italia dovrà fare la propria parte e dimostrare di dare attuazione al piano regionale» e a quanto stabilito dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Insomma, l'Ue detta la linea, l'Italia deve eseguire le disposizioni impartite, esattamente come è stato sul piano politico ed economico. Una situazione logica conseguenza dell'assenza, negli ultimi anni, di una classe dirigente e perfettamente in linea con la situazione generale del paese. Il deterioramento della crisi rifiuti in Campania ha imposto la cabina di regia comunitaria, adesso «tutto dipende dall’Italia», avverte Potočnik. Per l’Italia è dunque l’ultima chiamata: o esce dall’emergenza una volta per tutte o sarà sommersa da multe onerose, oltre che dalla spazzatura. Corrado Clini, da parte sua, promette che l’Italia risponderà alle sollecitazioni comunitarie: «Controlleremo e lavoreremo insieme», fa sapere il ministro dell’Ambiente. Il commissariamento è iniziato.
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