Il responsabile economico dell'Ue incontra il titolare del tesoro di Budapest. Obiettivo: commissariare il paese in nome dell'Euro.
di Emiliano Biaggio
Il vicepresidente della Commissione europea e commissario Ue per gli affari economici e monetari, Olli Rehn, «incontrerà il prossimo 20 gennaio» il ministro delle finanze dell'Ungheria. Al centro dell'incontro, fa sapere l'esecutivo comunitario, il sostegno economico-finanziario richiesto dal governo magiaro e le condizioni cui le autorità ungheresi dovranno sottostare per garantirsi il soccorso di Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea e Commissione europea. «La discussione su programma finanziario ancora non è iniziata», ma certo c'è «un ampio numero di questioni» che va affrontato, ha detto in conferenza stampa a Bruxelles Amadeu Altafaj, portavoce di Rehn. Nell'agenda dell'eurocommissario agli affari economici c'è però questo incontro, ed è dunque da ritenersi come l'inizio di quello che potrà diventare, con ogni probabilità, il nuovo, ultimo, paese membro commissariato dopo Grecia e Italia. Senza la concessione di prestiti per 15-20 miliardi di dollari, il paese centroeuropeo rischia infatti il default, e qualcuno azzarda anche a prevedere a breve. L'Europa, con il portavoce di Rehn, chiede all'Ungheria di «rivedere la legge sull'indipendenza della banca centrale ungherese». Per la concessione di crediti, infatti, Fmi e Ue chiedono a Budapest passi indietro sulle leggi che abrogano il sistema di controllo e di equilibrio di poteri: il premier magiaro Viktor Orbàn ha infatti duramente limitato l’autonomia di magistratura, corte costituzionale e banca centrale. Per concedere prestiti, si vuole quindi una banca centrale più autonoma, che possa eludere le logiche di governo e di Parlamento.
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