Wednesday, 11 January 2012

L'Ue a Budapest: giù il deficit e riformare Stato

Chieste più misure per ridurre il passivo e favorire la crescita: se non si adegua l'Ungheria rischia di perdere l'accesso al credito europeo. Chiesto inoltre il ripristino dello stato di diritto e più democrazia.

di Emiliano Biaggio

L'Ungheria preoccupa i mercati e i governi, spaventa gli investitori e destabilizza l'Europa. Per tutti, Unione europea in testa, il paese centroeuropeo inizia a rappresentare sempre più un problema: conti pubblici in grave dissesto - con rischio default dietro l'angolo - e modifiche in senso anti-democratico. Tanto che alla fine la Commissione europea non ha potuto più far finta di niente. Prima con una nota ufficiale diffusa in mattinata, poi con una dichiarazione del commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Olli Rehn, diramata in serata. «L'Ungheria non ha compiuto progressi sufficienti in relazione ad una correzzione tempestiva e sostenibile del suo eccessivo deficit», la denuncia arrivata da Bruxelles nella prima parte della giornata. Alle autorità di Budapest si chiede perciò di procedere con ulteriori riforme e compiere ulteriori sforzi per poter mettere in sicurezza la finanza pubblica e il futuro dell'Euro. Ma a tenere col fiato sospeso non è solo l'economia dell'Ungheria. L'esecutivo di Bruxelles nutre infatti «preoccupazione sulla compatibilità di queste nuove leggi con la legislazione comunitaria». In particolare «c'è preoccupazione per l'indipendenza della banca centrale ungherese, per le misure in materia di giustizia, e per le l'indipendenza dell'Autorità garante della privacy». Più in generale, però, la Commissione Ue ritiene che in Ungheria si debba creare «un ambiente stabile dal punto di vista del diritto, basato sul rispetto per i mezzi di informazione, dei principi democratici e dei diritti fondamentali». Ciò, sostiene la Commissione Ue, rappresenta «la migliore garanzia per la fiducia dei partner e degli investitori». Il messaggio recapitato al governo magiaro è chiaro: in cambio degli aiuti economici di Fondo monetario, Banca centrale europea e Commissione europea, bisognerà procedere con dei passi indietro per quanto riguarda il nuovo assetto dello stato delineato con la nuova Costituzione fatta approvare in Parlamento.
Accanto a questo Olli Rehn è tornato a chiedere rigore, puntando il dito contro «politiche fiscali imprudenti e squilibri macroeconomici del passato». Pur sottolineando che «l'eccessivo deficit dell'Ungheria non è nuovo» perchè risultato dei precedenti governi, il commissario per gli Affari economici e monetari ha di fatto commissariato Budapest. «Non essendo un paese della zona Euro l'Ungheria non potrà incorrere in alcuna sanzione. Ciò nonostante - ha scandito - potrà subire una sospensione degli impegni per il Fondo di coesione per dal prossimo anno». Tradotto, l'Ungheria rischia di perdere l'accesso ai fondi Ue destinati allo sviluppo della propria economia. Quindi, ha concluso, «in assenza di correzioni da parte dell'Ungheria, assumerò ogni decisione in tal senso».

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