Tuesday, 21 February 2012

Grecia, sì dell'Eurogruppo ai 130 miliardi di aiuti

Dopo un vertice durato 14 ore il via libero alla seconda tranche di aiuti. Il commissariamento del paese sarà permanente.

di Emanuele Bonini (per agenzia Asca)

L'Eurogruppo scongiura il default della Grecia. Dopo un lunga riunione l'Eurogruppo ha infatti deciso di sbloccare la seconda tranche da 130 miliardi di euro di aiuti, ma il commissariamento del paese sarà rafforzato con una maggiore presenza della missione della Troika (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale), che sarà di fatto permanente. Questa l’estrema sintesi di un Eurogruppo ‘fiume’ protrattosi per oltre 12 ore, e che solo dopo una lunga ed estenuante trattativa ha permesso lo sblocco dei fondi necessari al governo ellenico per evitare il default. Che non sarebbe stata una trattativa facile lo si è capito fin da subito da quando cioè Finlandia e Paesi Bassi hanno alzato la voce. Il ministro delle finanze finlandese ha chiesto che si mettesse nero su bianco la presenza capillare della Troika quale condizione per la concessione dei prestiti; I Paesi Bassi, che anche hanno chiesto una presenza permanente della Troika ad Atene, hanno manifestato contrarietà all’ipotesi di ridurre al di sotto del 4% i tassi di interesse sui primi 110 miliardi già prestati alla Grecia. Alla fine, per chiudere un accordo che sembrava non dover arrivare mai, si è trovata la formula che ha messo tutti d’accordo: sì al secondo pacchetto di aiuti, a patto che la Grecia accetti il monitoraggio permanente. L’intesa stabilisce tra le altre cose un’ulteriore riduzione del valore nominale dei titoli greci posseduti dai privati (al 53,5%) e, per i paesi creditori, tassi di interesse più bassi sui prestiti concessi ad Atene.
«Abbiamo raggiunto un accordo», ha esordito il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Junker, entrando in sala stampa al termine della lunga riunione. «Innanzitutto buongiorno», ha detto dal palco, a sottolineare come si sia fatto più tardi del previsto. «Al termine di un riunione di credo 13-14 ore, i paesi dell’Eurozona e il Fondo monetario internazionale hanno raggiunto un accordo per un programma finanziario addizionale di circa 130 miliardi di euro da qui al 2014», ha quindi annunciato Junker. E’ il messaggio che tutti attendevano, paesi dell’Unione e soprattutto mercati. Non a caso Junker ha tenuto a sottolineare che l'accordo «garantisce la tenuta della Grecia nell'Euro e le dà il tempo di tornare su un percorso di crescita sostenibile, garantendo la credibilità della zona Euro nel suo complesso». Per la Grecia, infatti, inizia «un cammino discendente che arriverà al 120,5% del Pil nel 2020», ha scandito Junker. Per avere la certezza che si procederà lungo questa strada «la Commissione europea rafforzerà la propria task force in Grecia, specie ad Atene, per assicurare il rispetto delle nuove regole». Lo stesso faranno Ue-Bce-Fmi, ha aggiunto Junker. «La Troika rafforzerà la sua presenza ad Atene», si è limitato a dire il presidente dell’Eurogruppo. E’ toccato ad Olli Rehn, commissario europeo per gli Affari economici e monetari, precisare. La Troika «renderà permanente la sua presenza ad Atene per sorvegliare l'applicazione del secondo programma», ha scandito Rehn.
Sul fronte bancario passa la proposta della Bce di ridistribuire eventuali guadagni sul suo portafoglio di titoli greci alle banche centrali nazionali. Anche per questo il presidente dell’Istituto di credito europeo, ha parlato di «accordo molto buono» lasciando la sede del Consiglio europeo.
Per quanto riguarda il settore dei privati, i paesi riuniti a Bruxelles hanno intanto stabilito un’ulteriore riduzione del valore nominale del valore dei titoli detenuti dai privati, fissato al 53.5%. In conferenza stampa Junker ha inoltre anticipato che la Grecia «lancerà un’offerta di scambio di titoli di stato nei prossimi giorni», e come Eurogruppo «ci aspettiamo un’alta partecipazione».
L’Europa tira dunque un sospiro di sollievo: il default della Grecia è scongiurato e con esso anche la crisi dell’Euro. Quello raggiunto è «un ottimo risultato per la Grecia, per l'Europa e per speriamo per i mercati», ha commentato il presidente del Consiglio e ministro dell'Economia ad interim, Mario Monti. Il premier ellenico, Lucas Papademos, si è detto «molto soddisfatto».
Ancora pochi dettagli da mettere a punto, ma l’intesa c’è. Su questo stesso programma manca da capire come parteciperà l’Fmi. «Il board deciderà a marzo», ha scandito il diretto del Fondo monetario internazionale lasciando il palazzo. Sempre a marzo, poi, si deciderà su un eventuale aumento delle risorse finanziarie dell’Esfm, il fondo salva stati che dovrà essere rimpiazzato dall’Esm. Junker ha spiegato che nel corso dell’Eurogruppo "senza fine" si è discusso anche di questo. “Mi auguro che gli stati accrescano le disponibilità di tale fondo”. Il tema sarà comunque oggetto della riunione del Consiglio europeo di inizio marzo.
(fonte: asca.it)

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