Thomas Di Benedetto, il nuovo patron giallorosso, è un lobbista che ha lavorato con ex agenti della Cia per l'ex presidente del Kosovo, per il governo del Ghana e pure per i generali birmani. Con molte amicizie altolocate nella destra Usa.
di Gianfrancesco Turano (per l'Espresso)
Obiettivo 3 giugno. A campionato finito, Thomas Di Benedetto conta di festeggiare il suo sessantaduesimo compleanno in Italia da nuovo padrone dell'As Roma. Sarà il primo proprietario straniero di un club italiano di serie A e non sarà solo. Con lui, a parità di investimento, ci saranno Richard D'Amore, James Pallotta e Michael Ruane. Avranno il 60 per cento. Il 40 per ora resta di Unicredit, arbitro, guardalinee e quarto uomo nell'ultimo match della famiglia Sensi, distrutta nel patrimonio da 18 anni di grandeur calcistica.
Tom, Rich, Jim e Mike, ossia tre italiani e un irlandese cresciuti nell'area metropolitana di Boston, Massachusetts, conoscono il basket, il baseball e il football americano. Non conoscono il calcio e il calcio non conosce loro. Per questo e per l'amore italico verso la trama, i mesi di trattativa per comprare i giallorossi sono diventati un thriller dove non si capiva chi fosse l'assassino. Nel senso che risultava oscuro da dove arrivassero e chi fossero Di Benedetto e i suoi sfuggevoli compari di oltreoceano. (leggi tutto)
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