In biblioteca, come ai vecchi tempi
Studiare arricchisce l'uomo. In sapere, in conoscenza, in cultura. In bagagli utili per la vita, sempre mutevole e pronta a offrire - quando uno meno se l'aspetta - nuove dimensioni e nuove esperienze che improvvisamente richiedono l'applicazione di quanto uno ha appreso in precedenza. Ma studiare, oltre che crescere, permette anche di scoprire posti nuovi. Come le piccole e sperdute biblioteche, templi eretti alla sapienza e crocevia di individui. Piccole piazze, agorà traslate in spazi chiusi dove il sapere fluisce attraverso l'interazione umana. Nessuno straniero cercherebbe biblioteche in un nuovo posto. Ed è un vero peccato, perchè in questo modo si preclude la possibilità di conoscere nuovi angoli di città. La biblioteca di Saint Gilles, ad esempio, si trova a pochi passi dalla piazza del mercato del comune incastonato dentro l'area metropolitana di Bruxelles. A metà strada tra i quartieri popolari, le vie abitate da immigrati, gli uffici e le scuole, andare alla ricerca di questa biblioteca consente di ritrovarsi in un punto suggestivo della città, dove le culture si incontrano e si mescolano. L'aria è improvvisamente - anche beffardamente, se vogliamo - di casa: rue Rome, via roma. Un indirizzo che richiama alla mente tanti, troppi ricordi. E poi quell'antica abitudine di andare a studiare in biblioteca, ancor più intima per chi vi si reca di sabato. Chi mai investe il proprio sabato mattina a studiare, del resto? Chi è tremendamente indietro con gli studi, o chi lavora.
Lo studio non deve avvenire necessariamente nei luoghi preposti, si può anche coltivare altrove. Nei caffè, ad esempio. A Bruxelles non sono rari i caffè letterari, posti dove andare a leggere o comprare libri e gustare allo stesso tempo vini e cibi sfiziosi. La Piola è uno di questi. Un posto italiano, che è libreria e bar allo stesso tempo: lo trovate a rue Franklin, a Schuman, e a rue du Page, a Chatelain. Ad alcuni questi tipi di posti potranno risultare per gente intellettuale o snob, ma non c'è dubbio che valga la pena di entrarci almeno una volta. Anche i tradizionali caffè si prestano come biblioteca: in fin dei conti ciò che serve è un tavolo e un sedia. E mentre si assapora un caffè, un thè o una cioccolata calda, o mentre si sorseggia una tipica birra belga, ci si immerge nei propri studi. E nei momenti di pausa ci si può soffermare sull'atmosfera di questi posti. Alcuni sono punto di ritrovo per giovani, altri invece sono luogo di appuntamenti per coppie o gruppi di amiche che si concedono le loro classiche giornate tutte al femminile per raccontarsi le loro avventure e confidarsi i loro segreti. Ancora, c'è il piccolo bar ritrovo di pensionati e quello dove gli adulti si concedono una birra dopo aver finito la giornata lavorativa prima di ritornare dalle rispettive mogli, compagne o semplicemente prima di tornare a casa. Solo Chatelain riserva tantissime diverse opzioni: le Bistrot, a rue Americaine, un piccolo bar dagli interni "fin de siecle"; the duke e the red monkey, uno di fronte all'altro, proprio su place Chatelain. Entrambi sono bar dagli interni moderni, ma evidentemente molto di moda dato l'elevato numero di giovani che li frequentano.
A volte può capitare di trasformare in luogo di studio anche il pub de Valera's, sede del Roma club. Quando le partite iniziano alle 15 si può andare lì due ore prima, per prendere i posti e aspettare il fischio d'inizio studiando francese, con il presidente che poi alla fine interroga. E se vede che hai delle lacune ti dice: "Nun fa gniente. Basta che nun zei da'a Lazzie". Quello mai.
Studiare arricchisce l'uomo. In sapere, in conoscenza, in cultura. In bagagli utili per la vita, sempre mutevole e pronta a offrire - quando uno meno se l'aspetta - nuove dimensioni e nuove esperienze che improvvisamente richiedono l'applicazione di quanto uno ha appreso in precedenza. Ma studiare, oltre che crescere, permette anche di scoprire posti nuovi. Come le piccole e sperdute biblioteche, templi eretti alla sapienza e crocevia di individui. Piccole piazze, agorà traslate in spazi chiusi dove il sapere fluisce attraverso l'interazione umana. Nessuno straniero cercherebbe biblioteche in un nuovo posto. Ed è un vero peccato, perchè in questo modo si preclude la possibilità di conoscere nuovi angoli di città. La biblioteca di Saint Gilles, ad esempio, si trova a pochi passi dalla piazza del mercato del comune incastonato dentro l'area metropolitana di Bruxelles. A metà strada tra i quartieri popolari, le vie abitate da immigrati, gli uffici e le scuole, andare alla ricerca di questa biblioteca consente di ritrovarsi in un punto suggestivo della città, dove le culture si incontrano e si mescolano. L'aria è improvvisamente - anche beffardamente, se vogliamo - di casa: rue Rome, via roma. Un indirizzo che richiama alla mente tanti, troppi ricordi. E poi quell'antica abitudine di andare a studiare in biblioteca, ancor più intima per chi vi si reca di sabato. Chi mai investe il proprio sabato mattina a studiare, del resto? Chi è tremendamente indietro con gli studi, o chi lavora.
Lo studio non deve avvenire necessariamente nei luoghi preposti, si può anche coltivare altrove. Nei caffè, ad esempio. A Bruxelles non sono rari i caffè letterari, posti dove andare a leggere o comprare libri e gustare allo stesso tempo vini e cibi sfiziosi. La Piola è uno di questi. Un posto italiano, che è libreria e bar allo stesso tempo: lo trovate a rue Franklin, a Schuman, e a rue du Page, a Chatelain. Ad alcuni questi tipi di posti potranno risultare per gente intellettuale o snob, ma non c'è dubbio che valga la pena di entrarci almeno una volta. Anche i tradizionali caffè si prestano come biblioteca: in fin dei conti ciò che serve è un tavolo e un sedia. E mentre si assapora un caffè, un thè o una cioccolata calda, o mentre si sorseggia una tipica birra belga, ci si immerge nei propri studi. E nei momenti di pausa ci si può soffermare sull'atmosfera di questi posti. Alcuni sono punto di ritrovo per giovani, altri invece sono luogo di appuntamenti per coppie o gruppi di amiche che si concedono le loro classiche giornate tutte al femminile per raccontarsi le loro avventure e confidarsi i loro segreti. Ancora, c'è il piccolo bar ritrovo di pensionati e quello dove gli adulti si concedono una birra dopo aver finito la giornata lavorativa prima di ritornare dalle rispettive mogli, compagne o semplicemente prima di tornare a casa. Solo Chatelain riserva tantissime diverse opzioni: le Bistrot, a rue Americaine, un piccolo bar dagli interni "fin de siecle"; the duke e the red monkey, uno di fronte all'altro, proprio su place Chatelain. Entrambi sono bar dagli interni moderni, ma evidentemente molto di moda dato l'elevato numero di giovani che li frequentano.
A volte può capitare di trasformare in luogo di studio anche il pub de Valera's, sede del Roma club. Quando le partite iniziano alle 15 si può andare lì due ore prima, per prendere i posti e aspettare il fischio d'inizio studiando francese, con il presidente che poi alla fine interroga. E se vede che hai delle lacune ti dice: "Nun fa gniente. Basta che nun zei da'a Lazzie". Quello mai.
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