Friday, 23 March 2012

Sanzione Ue alla Bielorussia: niente coppa del mondo di hockey su ghiaccio

Bruxelles "gela Minsk: contro il regime anti-democratico di Lukashenko farà pressioni perchè nel 2014 il paese ex sovietico non ospiti la manifestazione.

 di Emiliano Biaggio

 Evitare di organizzare i mondiali di hockey su ghiaccio in Bielorussia se il paese non ritornerà sulla via del rispetto dei principi democratici. Questa la linea dei ministri degli Esteri dei 27 paesi Ue decisa oggi in occasione del consiglio Esteri. La decisione si inserisce nel nuovo pacchetto di sanzioni decretate nei confronti del paese guidato da Alexandr Lukashenko, che a questa manifestazione ci tiene molto.
   La Bielorussia dovrebbe ospitare l'edizione del 2014 della coppa del mondo di hockey, ma l'Ue ha deciso di fare pressione sulle federazioni nazionali e sulla federazione internazionale perchè non si tenga la manifestazione nel caso in cui le autorità di Minsk non ripristineranno la legalità. «Nel contesto dei prossimi campionati mondiali di hockey - si legge nella nota finale adottata dai 27 ministri - l'Ue terrà informata la federazione internazionale e le federazioni nazionali di hockey sulle preoccupazioni legate alla mancanza del rispetto dei diritti umani in Bielorussia». Agli organismi sportivi nazionali e internazionali, inoltre, si sottolineerà inoltre la situazione relativa a «il mancato rispetto dei principi democratici e di diritto». I ministri degli esteri dell'Ue sposano proseguono nell'opera di Jerzy Buzek: a maggio 2011 l'allora presidente del Parlamento europeo - oggi presieduto da Martin Schulz - inviò una lettera alla federazione internazionale di hockey sy ghiaccio per chiedere di non permettere che la coppa del mondo 2014 si disputasse in Bielorussia. «Lo sport non dia legittimità al regime del presidente Aleksandr Lukashenko», scriveva allora Buzek, che mandò su tutte le furie le autorità di Minsk, che rivendicarono l'apoliticità dello sport. Quella dell'Europa «è una mossa politica, nient'altro», il commento di Lukashenko, secondo il quale «se accade (il ritiro della sede dell'edizione 2014,ndr) sarà un duro colpo alla credibilità della Federazione internazionale».
   Ancora una volta lo sport torna ad essere l'arena di ben altri tipi di scontri, molto politici e poco sportivi: in epoca di guerra fredda gli Stati Uniti boiccotarono i giochi olimpidi di Mosca del 1980 per protestare contro l'invasione dell'Afghanistan da parte dei sovietici, e per reazioni l'Unione sovietica boicottò l'olimpiade successiva, quella organizzata a Los Angeles. Oggi la storia rischia di ripetersi: delegazioni che non vanno nel paese che ospita i campionati mondiali in segno di protesta politica. L'Ue, con grande disappunto di Lukashenko,  farà dunque pressione: ha due anni tempo per lavorare laddove potrebbe ottenere quello che altre sanzioni ed altre pressioni potrebbero invece non produrre.

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