Wednesday, 18 April 2012

Afghanistan, avanti a oltranza. Dopo 2014 si resta

La missione Isaf della Nato scade tre due anni, ma i ministri dei paesi dell'Alleanza atlantica decidono che è meglio non lasciare il paese. Di Paola: «C'è l'esigenza di continuare la missione di assistenza».

di Emiliano Biaggio

L'Italia resterà in Afghanistan anche dopo il 2014. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, lo annuncia, il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, lo conferma. La missione della Forza di assistenza alla sicurezza internazionale (Isaf) scadrà a fine 2014, ma l'impegno Nato continuerà anche oltre quella data. Nel corso della riunione ministeriale dell'Alleanza atlantica «c'è stato un ampio consenso sull'impegno della Nato a proseguire nell'orizzonte post-2014», scandisce Terzi. «Da parte di tutti - continua il titolare della Farnesina - è stata riconosciuta l'esigenza di assicurare la democrazia, il rispetto dei diritti umani e della persona, il pluralismo, il ruolo della donna e la sicurezza». In questo senso l'impegno continuerà. «Per il post-2014 la Gran Bretagna ha fornito cifre precise, altri paesi, tra cui l'Italia, hanno garantito un impegno di sostanza in termini di contributi finanziari e di continuità di presenza nelle missioni».
  Per cui, spiega Di Paola, l'Italia richiamerà gradualmente i propri soldati dall'Afghanistan, ma resterà impegnata nel paese anche dopo la fine della missione Isaf, prevista per il 2014, con attività di assistenza. «Il rafforzamento delle forze di sicurezza afghane è visibile», afferma. «Il recente attentato a Kabul ha dimostrato che gli afghani hanno saputo contenere un attacco multiplo, e quindi questo ci dice che siamo sulla buona strada». Ad ogni modo, ribadisce Di Paola, «si pensa ci sia l'esigenza di continuare la missione di assistenza per il post-2014».

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