Budapest (impressioni)
Una città europea come luogo d'appuntamento e punto di incontro. Già questo da solo basta per intraprendere il viaggio. Persone che da parti diverse dello stesso continente si incontrano in uno stato terzo per condividere momenti sconclusionati di puro divertimento e assoluta allegria sono motivi che rendeno piacevole anche solo l'idea del partire. E poco importa se gli aerei sono a orari impossibili: i viaggi non sono mai comodi.
Budapest è grande, imponente, maestosa, regale. Una volta cuore di uno degli imperi più importanti d'Europa, ancora oggi conserva la propria grandiosità e tutto il suo fascino. E la propria importanza. Non è solo la capitale dell'Ungheria: nè il cuore economico, industriale e culturale. Ancora oggi è Budapest il centro assoluto di ogni potere. Un potere logorato, sempre più in fase declinante. Per le vie della città negozi chiusi, case abbandonate, mendicanti e senza tetto testimoniano in tutta l'umana drammaticità il dramma della crisi che avanza e morde sempre di più. Il sole che scalda la città e il Danubio su cui Budapest si specchia servono solo a confondere le idee al passante, troppo di fretta per rendersi conto che luce e specchi non servono altro che per mettere ancor più in risalto lo spirito decadente della città.
A portare nuova linfa e ancor più disturbo un manipolo di giovani non più tanto giovani pronti a celebrare l'uscita dal gruppo della prima vittima dell'arco di Cupido. Nel torno degli idonei non vincitori,la squadra degli ammogliati vedrà a breve il primo titolare.
Amicizie di infanzia, compagnie di una vita che la vita stessa ha scalfito ma che - ancora - non ha separato, come dimostra questo viaggio dai contorni vaghi e dalle emozioni contrastanti. Darsi un appuntamento in terra straniera... "Ci vediamo a Bruxelles!". E' quello che Giovanni, compare di Erasmus, scandì quando un pullman e un'auto partirono dai Paesi Bassi per ricongiungersi in terra belga. "Ci vediamo a Budapest", il messaggio di chi dall'Italia si rincongiunge con chi poi a Bruxelles è finito col perdercisi. Allora la realtà era sospesa e la percezione della realtà deformata, oggi il confine dell'indistinto è ancor più instabile.
La sana immaturità dell'uomo viene fuori, sempre. E questo caso non fa eccezioni. Semmai dà conferme. Non è antropologia, è dato di fatto. Le nozze, momento di unione tra uomo e donna adulti, possono essere la culla di una nuova fanciullezza, o forse solo la nuova stanza dei giochi di un infantilismo mai scomparso. Spensieratezza e golardia, improvvisazione e cazzeggio, confusione e idiozie, sono gli ingredienti di una nuova gita scolastica all'estero carica di tutti quei tratti adolescenziali che l'età avrebbe dovuto seppellire ma che la testa ha invece tenuto desta. Desta in testa. In testa tanto altro. La città non è che uno sfondo. Bello e affascinante, ma uno sfondo. Anche perchè il tempo a disposizione è poco e da fare tanto. C'è da brindare, e non una volta sola, con la regina di cuori. Poi, con gli occhi gonfi e la stanchezza in corpo si parte lasciandosi alle spalle, ancora una volta, esperienze da raccontare e rivivere nei momenti in cui ci si ritroverà. Magari ancora una volta in giro per il mondo.
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