Il Papa parla di famiglia, ribadendo la chiusura e le posizioni di retroguardia di un'istituzione lontana dalla gente e dal mondo reale.
l'e-dittoreale
Ci risiamo. Il pontefice torna a parlare di temi tanto cari alla Santa madre Chiesa, e lo fa come solo Santa madre Chiesa sa fare: con la miopia e l'arretratezza di sempre. La famiglia, quella vera, è solo quella costruita attorno al matrimonio. Tutto il resto o è perversione, è peccato, è eresia. «La famiglia è quella fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna», ha ricordato papa Ratzinger a Milano in occasione del VII incontro mondiale delle famiglie. Che Benedetto XVI dica certe cose non soprende: certi valori non sono nè in vendita nè in discussione in Vaticano. Ma soprende, nell'era di internet e della robotica, nel XXI secolo, dopo teorie evoluzionistiche provate e comprovate, sentire la leggenderia e fiabesca visione creazionista di tutto. Famiglia compresa. «Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche perché i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità». Non soprende, invece, che il Pontefice non abbia dedicato neppure un passaggio alle coppie di fatto e ai nuclei famigliari sorti al di fuori del matrimonio: se una cosa non si cita o non esiste oppure non si considera.
Ratzinger ha però voluto dedicare una parola a quanti, «pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione». A tutti lori Benedetto XVI ha voluto dire che «il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica», e li ha incoraggiati a «rimanere uniti alle vostre comunità», auspicando che «le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza». Solidarietà umana e cristiana a quanti nel matrimonio, anzichè trovarsi, si perdono: è questo il sostegno pratico che l'alto clero offre a individuo in difficoltà? Ancora una volta la Santa madre Chiesa offre una ricetta rivoluzionaria per la risoluzione dei problemi del mondo, con il Papa che, auspicando «accoglienza» per i separati, offre l'immagine di uno sfollato accolto nei tendoni della protezione civile. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, cita le scritture per mandare chiari messaggi a chi di dovere. «Guai anche a voi, dottori della legge, perchè caricate la gente di pesi difficili da portare, e voi non toccate quei pesi neppure con un dito! (Luca, 11:37-40 e 46)». La traduzione sarebbe quanto mai semplice: il pontefice, per definizione, pontifica e basta. Per questo per Ferrero le parole del Papa «sono la discutibile opinione di un uomo su cosa pensi Dio». Anche questa, però, è un'opinione personale, e quindi discutibile. La famiglia, invece, non si discute. Almeno per la Chiesa. Che si mostra ancora una volta per quello che è: creazionista e quindi retrograda, intransigente e quindi discriminatrice, commiserevole e quindi lontana. Un'istituzione sgradevole, e per questo il più delle volte sconveniente.
Papa Benedetto XVI. |
Ci risiamo. Il pontefice torna a parlare di temi tanto cari alla Santa madre Chiesa, e lo fa come solo Santa madre Chiesa sa fare: con la miopia e l'arretratezza di sempre. La famiglia, quella vera, è solo quella costruita attorno al matrimonio. Tutto il resto o è perversione, è peccato, è eresia. «La famiglia è quella fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna», ha ricordato papa Ratzinger a Milano in occasione del VII incontro mondiale delle famiglie. Che Benedetto XVI dica certe cose non soprende: certi valori non sono nè in vendita nè in discussione in Vaticano. Ma soprende, nell'era di internet e della robotica, nel XXI secolo, dopo teorie evoluzionistiche provate e comprovate, sentire la leggenderia e fiabesca visione creazionista di tutto. Famiglia compresa. «Dio ha creato l’essere umano maschio e femmina, con pari dignità, ma anche con proprie e complementari caratteristiche perché i due fossero dono l’uno per l’altro, si valorizzassero reciprocamente e realizzassero una comunità». Non soprende, invece, che il Pontefice non abbia dedicato neppure un passaggio alle coppie di fatto e ai nuclei famigliari sorti al di fuori del matrimonio: se una cosa non si cita o non esiste oppure non si considera.
Ratzinger ha però voluto dedicare una parola a quanti, «pur condividendo gli insegnamenti della Chiesa sulla famiglia, sono segnati da esperienze dolorose di fallimento e di separazione». A tutti lori Benedetto XVI ha voluto dire che «il Papa e la Chiesa vi sostengono nella vostra fatica», e li ha incoraggiati a «rimanere uniti alle vostre comunità», auspicando che «le diocesi realizzino adeguate iniziative di accoglienza e vicinanza». Solidarietà umana e cristiana a quanti nel matrimonio, anzichè trovarsi, si perdono: è questo il sostegno pratico che l'alto clero offre a individuo in difficoltà? Ancora una volta la Santa madre Chiesa offre una ricetta rivoluzionaria per la risoluzione dei problemi del mondo, con il Papa che, auspicando «accoglienza» per i separati, offre l'immagine di uno sfollato accolto nei tendoni della protezione civile. Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, cita le scritture per mandare chiari messaggi a chi di dovere. «Guai anche a voi, dottori della legge, perchè caricate la gente di pesi difficili da portare, e voi non toccate quei pesi neppure con un dito! (Luca, 11:37-40 e 46)». La traduzione sarebbe quanto mai semplice: il pontefice, per definizione, pontifica e basta. Per questo per Ferrero le parole del Papa «sono la discutibile opinione di un uomo su cosa pensi Dio». Anche questa, però, è un'opinione personale, e quindi discutibile. La famiglia, invece, non si discute. Almeno per la Chiesa. Che si mostra ancora una volta per quello che è: creazionista e quindi retrograda, intransigente e quindi discriminatrice, commiserevole e quindi lontana. Un'istituzione sgradevole, e per questo il più delle volte sconveniente.
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