La Commissione Ue presenta le proposte di riforma del settore bancario che dovrebbero essere una risposta alla crisi. Vecchie di quindici anni.
Michel Barnier, responsabile per il mercato Ue |
Ci si attendeva un strategia di contentimento del rischio e un piano anti-crisi, ci si aspettava uan nuova regolamentazione del sistema bancario tale da rendere gli istituti di credito più sicuri e più credibili, e invece la Commissione europea ha partorito una soluzione vecchia, tardiva e del tutto inutile. La direttiva contenente le proposte di modifica del settore, annunciata in pompa magna dai più importanti commissari dell'Unione, non è che la dimostrazione della risposte inadeguate e tardive di un'Ue incapace di leggere la situazione e di fornire le risposte che davvero servirebbero. Lo ammette, forse inavvertitamente, il commissario europeo per il mercato interno, quando nel presentare il pacchetto di riforme fa presente che «se avessimo adottato queste diposizioni dieci-quindici anni fa crisi come quelle in atto oggi non le avremmo avute». L'Europa risponde solo oggi a una crisi che nella migliore delle ipotesi risale solo a dieci anni, nella peggiore anche a molti di più. Che le misure proposte siano inutile si capisce dalla prontezza di riflessi dell'Europa: in quindici anni le situazioni cambiano, gli scenati mutano, le società si ridisegnano, i mercati si trasformano. Ne è consapevole Barnier quando dice che «i tempi della democrazia non sono i tempi dei mercati». Come egli stesso sa e riconosce «i tempi dei mercati sono più veloci di quelli della democrazia». La riflessione sorge spontanea, e la condivide col pubblico Barnier, a cui è affidato l'ingrato compito di spacciare per decisiva un'iniziativa priva di logica nè utilità. «Perchè questa proposta arriva ora? Perchè dovevamo farla». Ammissione implicita di forti difficoltà, prima ritenute impensabili oggi realtà ineludibile a cui si risponde in emergenza.
Barnier cerca di far credere che tutto servirà per andare oltre la crisi. «Dobbiamo pensare al futuro», dice.«La proposta di direttiva di oggi non serve per affontare le crisi come quelle che adesso sta vivendo la Spagna, ma per evitare che crisi analoghe si ripetano». L'Europa non risolverà la crisi. Se ci si attendeva qualcosa di decisivo si è rimasti senza dubbio scontenti. Per non dire esterrefatti. A cosa servono queste misure proposte da Bruxelles? A niente. Per la cronaca, la commissione europea chiede alla banche di essere pronte al peggio: la proposta di direttiva impone alla banche di redigere piani di risanamento che stabiliscano le misure da adottare in caso di deterioramento delle finanze. Contestualmente le varie attività di controllo nazionale dovranno vigilare sulla banche e preparare anch'esse dei piani di risoluzioni della crisi, soprattutto nei casi piu' insostenibili. Un lavoro "ex-ante" che vedrà l'Eba, l'Autorita' bancaria europea, svolgere un ruolo di coordinamento tra le 27 autorita' di controllo dei paesi membri. L'Eba, secondo il piano, «agevolera' azioni congiunte e, se necessario, svolgerà un ruolo di mediazione vincolante». Questa disposizione, sottolinea il commissario europeo per il Mercato interno, Michel Barnier, presentando il testo, «getta le basi per un vigilanza delle entità trans-frontaliere sempre più integrata a livello Ue». Una necessità, dato che oggi quasi il 60% si trovano sul suolo di uno stato ma appartengono a un altro stato, grazie ad anni di deregulation, liberalizzazioni selvagge, acquisizioni incontrollate. Previsto, inoltre, la creazione di fondi "cuscinetto" all'interno delle banche pari ad almeno l'1% del totale dei depositi coperti, così da avere liquidità residua in caso di necessità. L'idea di fondo è che bisogna limitare il ricorso agli aiuti pubblici, soprattutto in tempo di austerity e alla luce del patto di equilibrio di bilancio.
A proposito di austerità va detto che la l'unica ricetta cha ha saputo offrire la Commissione Barroso è la formula lacrime e sangue per i cittadini, non a caso sempre più delusi e scontenti di questa europa. Come non esserlo? Se oggi a Bruxelles si sono finalmente avute le risposte che si attendevano quindici anni fa non è certo di questa squadra di commissari, che si dimostra però del tutto inadeguata. Gli strumenti veri, quelli che servirebbero davvero (agenzia di rating europea, eurobond, politiche di stimolo dei consumi) vengono continuamente scartati, la loro discussione continuamente rinviata. Forse li avremo, come per gli interventi sulle banche, tra quindici anni. Quando sarà troppo tardi e non serviranno più.
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