Friday, 29 June 2012

Ue, Bruxelles promuove Monti e salva l'euro

Il Consiglio europeo vede il rilancio in grande stile dell'europeismo dell'Italia, che grazie Monti trova il meccanismo anti-speculazione.
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di Emiliano Biaggio

Hanno vinto Mario Monti e l'Europa. L'intesa sul meccanismo anti-spread raggiunta dall'Eurogruppo nell'ambito dei lavori del Consiglio europeo è infatti il risultato del lavoro del presidente del Consiglio, che torna a Roma con un rinnovato prestigio e una più' forte credibilità sul piano politico interno che su quello diplomatico esterno. Del lavoro del professore beneficia anche e soprattutto l'Europa, che riesce a dotarsi di una serie di meccanismi in grado di tutelare i paesi più fragili dell'Eurozona dagli attacchi speculativi. Un successo più di Monti che dell'Italia: questa la lettura degli addetti ai lavori dell'esito del vertice europeo terminato oggi e che ha varato, tra l'altro, l'atteso pacchetto per la crescita. Le misure adottate dai 17 dell'Eurozona rispondono, infatti, più alle esigenze spagnole che a quelle italiane, e il primo a riconoscerlo è lo stesso Monti: '«La possibilità per il fondo salva-stati di intervenire direttamente per ricapitalizzare le banche è importante soprattutto per la Spagna». Anche perchè ''in questo momento l'Italia - chiarisce Monti - non pensa di attivare il meccanismo», anche se «per il futuro non escludo nulla». L'ha dunque spuntata la Spagna su tutti, ed ecco il motivo perchè si attribuiscono meriti a Monti ma non riconoscimenti per il paese di cui è alla guida. Se l'Italia, pur al momento non interessata all'utilizzo del meccanismo, comunque fortemente voluto, acquista da questo vertice peso e credibilità, è la Spagna che porta a casa le misure di cui ha bisogno. Monti però ha fatto passare la sua linea e la sua politica, e in questo sta la sua bravura. «Abbiamo cercato di fare azione di promozione presso altri paesi di questa idea di forte sinergia tra disciplina di bilancio e misure per la crescita», spiega. Il risultato di questa azione? «Ormai pervada tutte le politiche economiche, mi pare di capire anche quella francese». Le misure per la crescita stabilite a Bruxelles alla fine sono quelle già ampiamente annunciate. Per cui via libera, sul piano politico, alla ricapitalizzazione della Banca europea per gli investimenti: la Bei verrà dotata di 10 miliardi aggiuntivi per mobilitare, si stima, 180 miliardi di nuovi investimenti. Via libera poi ai project bond: i paesi dell'Ue hanno deciso di «lanciare immediatamente»la fase pilota di questi strumenti che dovrebbero permettere investimenti per ulteriori 4,5 miliardi nei settori trasporti, energia e telecomunicazioni. Si' anche all'unione monetaria europea, per la quale dovrà essere predisposta una roadmap entro la fine dell'anno. Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy ha dato mandato ai presidenti di Bce, Eurogruppo e Commissione europea di definirla. Una versione preliminare dovrà essere presentata a ottobre, per poi avere un rapporto definitivo entro il 31 dicembre 2012. E poi ancora c'è impegno condiviso ad aumentare la flessibilità nel mercato del lavoro e ad attuare la direttiva europea per la liberalizzazione dei servizi.
Ma il pacchetto crescita ha subito un brusco colpo quando Monti e il suo collega spagnolo, Mariano Rajoy, hanno puntato i piedi sul meccanismo anti-spread. Italia e Spagna hanno fortemente voluto l'adozione del meccanismo, minacciando di fatto il veto sul pacchetto crescita (esprimendo sulla questione una formale «riserva di attesa»). Una mossa sgridata ai capi di Stato e di governo dei paesi fuori l'Eurozona, preoccupati per un possibile nulla di fatto sulla crescita. La presa di posizione italo-spagnola ha indotto Van Rompuy a convocare la riunione dell'Eurogruppo nella notte, e alla fine è arrivata l'intesa sullo strumento con il quale i paesi “virtuosi” (cioè con i conti pubblici in ordine e processi di riforme in atto) possono contrastare la speculazione e di conseguenza il pacchetto per la crescita ha ricevuto l'ok di Monti e Rajoy ed è stato cosi' approvato. Il meccanismo chiesto e ottenuto da Monti prevede che il fondo salva-stati dell'Unione, l'Esm, potrà intervenire in maniera automatica nel caso in cui gli spread di una nazione virtuosa superino una data soglia. Per quei paesi che usufruiranno dell'aiuto dell'Esm non saranno poste condizioni aggiuntive rispetto agli impegni già presi con la Commissione Ue e l'Eurogruppo nell'ambito delle raccomandazioni specifiche per paese. Nè, soprattutto, vedrà interventi della troika (Commissione Ue-Bce-Fmi). Lo Stato interessato al meccanismo anti-spread dovrà comunque fare una richiesta formale di attivazione dell'intervento del Fondo di salvataggio, e sottoscrivere un protocollo d'intesa. Inoltre è prevista la possibilità di ricorrere all'Esm per la ricapitalizzazione diretta delle banche dei paesi dell'Eurozona. Si rafforza infine il ruolo della Banca centrale europea, che agirà per conto dei fondi salva-Stati (Efsf ed Esm) sui mercati, comprando titoli dei paesi e svolgendo un'azione di supervisione. Tutto però dovrà essere definito in maniera tecnica il prossimo 9 luglio, quando si riunirà nuovamente l'Eurogruppo. «Molti colleghi - rimarca Monti nella sua conferenza stampa finale - si sono complimentati, mi hanno detto che la scelta di Italia e Spagna di imporre una discussione approfondita su questi meccanismi ha permesso di uscire da qui con qualcosa di definito». Merito di Mario Monti, che riconsegna all'Italia quel ruolo europeista che Silvio Berlusconi le aveva fatto perdere.

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