Visite ufficiali inglesi sgradite alla corona spagnola riaprono una disputa mai chiusa.
Gibilterra |
di Emiliano Biaggio
Gibilterra torna ad agitare le acque
del Mediterraneo. Spagna e Gran Bretagna riaccendono improvvisamente
una disputa mai risolta, e che la corona di Spagna vuole decidere una
volta per tutte. Scaramucce e provocazioni rendono improvvisamente
l'aria carica di tensione. Dal 1713 la Gran Bretagna possiede e
controlla la città e il castello di Gibilterra, insieme al porto e
alle fortificazioni. Ma il trattato di Utrecht, firmato quell'anno
tra le due corone, non concesse ai britannici né l'istmo, né
le acque territoriali né lo spazio aereo, lasciando il controllo del
punto di accesso al Mediterraneo una disputa che continua ancora
oggi. La gestione delle acque è motivo di continue tensioni i due
governi, e lo è ancor di più dopo che il governo di Gibilterra –
dipendenza britannica - ha revocato ai pescherecci di Algesiras e de
La Linea (Cadice) – comuni spagnoli – il permesso di pescare
nelle acque circostanti la Rocca.
La settimana scorsa (era il 13
giugno), a Gibilterra sono “sbarcati” in visita ufficiale il
principe Eduardo - il primogenito di Elisabetta II - con sua moglie.
I conti di Wessex sono rimasti per tre giorni, ma il punto è che in
Spagna ha dato fastidio anche solo la presenza degli esponenti della
casa reale britannica. Immediata la replica delle autorità di
Madrid: il governo spagnolo ha annullato il viaggio a Londra della
regina Sofia, precedentemente previsto per partecipare alle
celebrazioni del Giubileo di Elisabetta II, vale a dire il
sessantesimo anniversario dell'incoronazione della sovrana del Regno
Unito. A rendere ancor più incandescente la situazione la
gigantografia della regina Elisabetta II, alta un'ottantina di metri,
proiettata da Gibilterra sulla Rocca, visibile solo dal versante
spagnolo della località de La Linea, considerata da Madrid
un'ulteriore provocazione. Madrid risponde quindi un con una
provocazione: mercoledì re Juan Carlos in persona visiterà la
caserma della guardia civil nella baia di Algesiras, nello Stretto di
Gibilterra.
Una volta erano conosciute come le
colonne d'Ercole, il confine che si pensava dividesse il mondo umano
e quello divino. Una frontiera dove si pensava finisse il mondo, un
varco oltre il quale le destinazioni erano ignote e i destini
segnati. Oggi quelle colonne d'ercole dello stretto di Gibilterra non
fanno più tanta paura, ma continuano a rappresentare un punto
incerto sulle mappe di navigazione di ogni imbarcazione.
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