Sunday, 24 June 2012

Mad in Italy, rubrica pseudo-politica da ridere (flashback: vol. 53 bis, parte I - Lega ladrona)


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Spazio dedicato a cosa succede in Italia. Chi fa che cosa, dove, come e soprattutto perchè. Protagonisti e comparsate nel paese dove tutto (ma proprio tutto!) è davvero possibile.
 
 di Emiliano Biaggio - «La Lega è pericolosa, perché è sotto l'occhio non solo di Roma farabutta che ci ha dato questo tipo di magistrati ma anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste che interessano la gente». Re Umberto tuona dall'alto dell'alta Italia. Se la prende con il governo centrale e con l'Italia (strano, eh?) e con i magistrati. Alt: coi magistrati? Sì sì. Ma parla Bossi o Berlusconi? Parla Bossi, che non gradisce le indagini sul suo partito. «A mio parere sa tanto di organizzato», commenta Umberto da Cassano Magnago. Il problema è che anche le forze dell'ordine pensano lo stesso, che la Lega sia in realtà un centro del crimine organizzato. 'Centro? Noi non siamo terroni!', rispondono le camicie verdi. «Noi siamo nemici di Roma padrona e ladrona», continua Bossi. Peccato che a essere ladrona è proprio la sua Lega. Il suo tesoriere, Francesco Belsito indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita. Possibile? Possibile. Ben tre procure (Milano, Napoli e Reggio Calabria) avviano un'inchiesta sui finanziamenti della Lega e scoprono quello che tutti non avrebbero mai pensato. Fino a oggi, ovviamente. Che la Lega ha molti scheletri nell'armadio e ancor più soldi nel materasso. Dalle telefonate intercettate tra l'ormai ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, e Nadia Dagrada, segretaria amministrativa del partito, viene fuori la lista della spesa. Nel rendiconto non ufficiale delle uscite del partito ci sono «i costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega», «i soldi per il diploma di Renzo Bossi», «i 670.000 euro per il 2011 e Nadia – spiega Belsito – dice che non ha giustificativi, oltre ad altre somme ingenti per gli altri anni». Ci sono poi «le autovetture affittate per Riccardo Bossi (figlio di re Umberto, nda), tra cui una Porsche», «i costi per pagare i decreti ingiuntivi di Riccardo Bossi», «le fatture pagate per l'avvocato di Riccardo Bossi», «altre spese pagate anche ai tempi del precedente tesoriere Balocchi», «una casa in affitto pagata a Brescia», «i 300.000 euro destinati alla scuola Bosina di Varese per Manuela Marrone», la moglie del grande capo padano. Questi 300.000 euro, scrivono i carabinieri, sono soldi « che Belsito non sa come giustificare, presi nel 2011 per far fare loro un mutuo e che lui ha da parte in una cassetta di sicurezza». Fantascienza. Macchè. Nei conti che tiene Belsito c'è tutto e anche di più: nella cartella denominata “the family” c'è tutto quello che la reale famiglia di re Umberto ha speso in questi anni di leadership assoluta. Ci sono anche 130.000 di altre spese. A cosa sono servite? Semplice, «per il diploma e la laurea di Rosy Mauro e del suo compagno Pier Moscagiuro». Una volta c'erano le scuole di partito, oggi invece i partiti mandano a scuola. Come cambia il mondo. Così la vicepresidente del Senato, la vice della seconda carica più importante dello Stato, si paga lauree – la sua e quella del compagno – con i soldi dei contribuenti. «Anche Renzo dal 2010 sta prendendo una laurea in un'università privata di Londra», spiega ancora ai magistrati la segretaria del partito di Bossi. «So che ogni tanto ci va a frequentare e chiaramente le spese sono tutte a carico della Lega, ed anche qui credo che il costo sia sui 130.000». Come no! Gli inquirenti mettono le mani su un diploma di laurea ottenuto dal figlio del Senatùr il 29 settembre del 2010 all'Università “Kristal” di Tirana”, dove Renzo Bossi detto “il trota” ha conseguito una laurea in gestione aziendale alla facoltà di economia aziendale. Uno di quegli investimenti sicuri e ben oculati, visto che l'Albania non fa parte dell'Unione europea e le lauree di questo paese non sono riconosciute.
«La Lega è parte lesa», accusa l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni. Lesa da chi? Le carte sembrano dire da Bossi. Macchè. «Chiunque conosca Umberto Bossi e la sua vita personale e politica, non può' essere neanche lontanamente sfiorato dal sospetto che abbia commesso alcunche' di illecito», dice l'ex premier Silvio Berlusconi. Peccato che le tre procure qualche sospetto invece ce l'abbiano. «Altro che Roma ladrona», irride Felice Belisario, presidente dei senatori dell'Idv. «La Lega che si e' sempre messa sul piedistallo dell'integrità morale, adesso si ritrova nei guai fino al collo». Vero. Belsito si dimette, come peraltro chiesto da Maroni e dai maroniani. «Maroni non è un Giuda», sottolinea Bossi. «Sono stato io a chiedere a Belsito si dimettersi, per fare chiarezza. E lui si è dimesso», fa sapere nel tentativo di placare il putiferio e le polemiche. Ma non ci riesce, perchè dalle indagini emergono «esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord», come i lavori di ristrutturazione della villa di Gemonio di Umberto Bossi, soggiorni e cene ai figli di Bossi e aRosi Mauro. «Denuncerò chi ha utilizzato i soldi della Lega per sistemare la mia casa», annuncia re Umberto, anche lui come Scajola circondato da amici sconosciuti ma generosi che comprano o ristrutturano case. (1 di 2. to be continued...)

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