Sunday, 29 July 2012

bLOGBOOK - De Haan

De Haan

De Haan. Non molti la conoscono, eppure nonostante la sua piccola e sperduta natura questa piccola cittadina ha più storia di tante altre città. E' una storia recente, certo, ma non per questo meno importante. E come tutte le storie buone che si rispettino, anche questa è ammantata di mistero. Tutto parte da una leggenda, secondo cui una nave che aveva smarrito la rotta ritrovò la via della terra ferma grazie al possente canto di un gallo, che permise all'imbarcazione di poter raggiungere la costa. Da qui sembra derivare De Haan, il nome del villaggio che sta a significare "il gallo". La cittadina però la costruì nel 1903 Leopoldo II, l'allora re del Belgio, che volle realizzare una località balneare per la comunità francofona di Bruxelles. Oostende era infatti il punto che richiamava gente di tutte le città e di ogni estrazione sociale del paese: c'era l'alta nobiltà brussellese e i ceti più agiati della ricca Anversa, ma c'erano anche le classi umili e modeste che a Oostende venivano per godersi un po' di pace e tranquillità. Ma soprattutto Oostende era una città di lingua olandese, all'estremità della parte fiamminga del regno. Il re decise di costruire questa città a pochi chilometri dalla ben più affollata Oostende: la Kusttram - il tram della costa belga - attraversava parti incontaminate di territorio, soprattutto un suo possedimento a Klemskerke. Leopoldo II decise allora di dar vita lì a quella località vacanziera per soli francofoni che si era prefissato di realizzare, e dove avrebbe avuto anche il proprio "rifugio" estivo. Prima sorse la stazione del treno, ancora oggi nella struttura originaria dell'epoca, e poi, pian piano la cittadina. Si chiamo Le Coq, ma col tempo il nome francongono venne sostituito da quello fiammingo attuale. Sin da subito divenne il posto di ritrovo per le persone altolocalte di buona parte d'Europa: oltre ai reali belgi a De Haan soggiornarono, tra gli altri, Zita di Borbone-Parma imperatrice d'Austria, il pittore James Ensor e anche il fisico Albert Einstein, che nel 1933 si trasferì qui con sua moglia prima di lasciare definitivamente l'Europa per scappare alle persecuzioni naziste. Anche i duchi e i granduchi di Lussemburgo iniziarono a trascorrere le proprie vacanze a Den Haan, che ben presto divenne il luogo di villeggiatura per i ricchi.
Oggi il posto è in larga parte come appariva a inizi Novecento: case piccole e basse, tutte in stile bell'epoque. La stazione del tram è ancora quella del 1903, le strade sono piccole e silenziose, le aiule curate, i giardini tenuti in ordine. Città di casette private e piccoli alberghi, meta per turisti comunque selezionati, come si può intuire dai tipi di automobili parcheggiate per le strade e dalle loro targhe. Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania, Svizzera: questa la provenienza dei personi che durante l'estate affolla De Haan. Gente facoltosa che oggi come allora continua a rappresentare l'economia locale e la popolazione vacanziera del luogo. Un luogo che indubbiamente va visto. Sarà per la natura "regale" del posto, ma a De Haan la speculazione edilizia ancora non è arrivata, a differenza della vicina Oostende. Qui il lungo mare è grazioso come tutto il piccolo paese, e la spiaggia incontaminata. Altra caratteristica del posto sono le dune. Un lunghissimo tratto di costa è naturale, fatto di dune e macchia mediterranea. E' anche per questo che la gente viene a trascorrere le proprie vacanze in questi luoghi, per quel senso di pace e di tranquillità che difficilmente si potrebbero trovare altrove.


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