Wednesday, 1 August 2012

Inquinamento aereo, è guerra Stati Uniti-Ue

La commissione Trasporti del Senato Usa boccia l'Ets. Commissione in difficoltà, dura condanna invece del Parlamento europeo.

di Emiliano Biaggio

Le compagnie aeree statunitensi non parteciperanno allo schema europeo di emissioni aeree (Ets). Lo prevede il disegno di legge approvato dalla commissione per il Commercio e i Trasporti del Senato federale degli Stati Uniti, che ha approvato a larga maggioranza il testo presentato lo scorso dicembre dai senatori John Thune (Repubblicani) e Claire McCaskill (Democratici). Il testo ha trovato il sostegno bipartisan, ribadendo quindi la linea degli Stati Uniti di non voler sposare il progetto europeo di riduzione dell'impatto degli aerei. Ciò non significa che il paese non voglia contribuire ad un modello sostenibile di aviazione civile, semplicemente non con l'Unione europea. Nel disegno di legge approvato, infatti, da un parte si riconosce al dipartimento per i Trasporti la possibilità «proibire agli operatori statunitensi di partecipare all'Ets europeo perchè viola la sovranità americana e internazionale». Dall'altra parte si chiede al segretario di stato per i Trasporti di «lavorare con l'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (Icao) per ridurre le emissioni del settore aereo, in alternativa al piano dell'Unione europea».
La linea statunitense, dunque, non cambia: esattamente come sostenuto da tutti gli altri paesi non europei contrari all'Ets, si contesta all'Europa «l'imposizione unilaterale dell'Ets alla compagnie aeree non europee». Nel testo di legge approvato dall'organismo parlamentare statunitense si denuncia inoltre «l'incoerenza dell'extra-territorialità dell'azione europea con il diritto internazionale e in particolare modo con la Convenzione di Chicago», il trattato delle Nazioni Unite che regola il trasporto aereo a livello internazionale. Nel testo a firma Thune e McCaskill inoltre si imputa alla Commissione europea la responsabilità di minare i negoziati in corso in sede Icao. «L'azione dell'Ue – recita il disegno di legge – mina gli sforzi compiuti dall'Icao per lo sviluppo di un approccio globale per la riduzione delle emissioni dell'aviazione civile, e genera attriti all'interno della comunità aeronautica internazionale».
Gli Stati Uniti vogliono quindi isolare l'Ue e metterla con le spalle al muro, proprio in occasione del meeting. «L'Europa, con questa sua azione unilaterale, sta violando sovranità e spazio aereo degli Stati Uniti», commenta il senatore Thune dopo il voto in commissione. «Sarebbe più legittimo se i fondi fossero usati per la riduzione delle emissioni degli aerei, invece i soldi che si guadagnerebbero dalle multe finirebbero solo nelle casse degli Stati» dell'Ue, accusa l'esponente repubblicano. «Questa iniziativa bipartisan dei senatori Thune e McCaskill e il voto della commissione lanciano un chiaro messaggio all'amministrazione degli Stati Uniti: per il Congresso federale questo schema di emissioni europeo non portà alcun beneficio», il commento di Nicholas Calio, presidente e amministratore delegato di A4A (Airlines for America), il sindacato dell'industria del settore. «Adesso il Senato prenda provvedimenti immediati».
Se negli Stati Uniti c'è chi accoglie questo voto con favore, c'è però chi – all'interno delle stesse istituzioni federali – manifesta preoccupazione per la presa di posizione del paese. «I diritti alla sovranità e al fare affari non ci danno il diritto di imporre i nostri gas a effetto serra sull'interno pianeta», sostiene il senatore democratico John Kerry. «I due più grandi produttori di emissioni, Stati Uniti e Cina, stanno contribuendo a distruggere il pianeta, e insieme stiamo conducendo una guerra commerciale». Una presa d'atto per il momento solo tutta statunitense, perchè a Bruxelles sull'argomento si glissa. Interpellati sulla questione, i collaboratori di Connie Hedegaard, il responsabile Ue per l'Azione sul clima, non forniscono risposte. Si capisce che questo braccio di ferro continuo imbarazza e preoccupa, dati i “no comment” della Commissione europea. «Non commentiamo, non vogliamo alimentare nessuna speculazione», la secca risposta del portavoce di Hedegaard, Isaac Valero, che ricorda che «un processo negoziale è ancora in corso». Ma la non replica dell'Ue suscita non pochi imbarazzi a molti, tanto che alla fine sulla vicenda deve intervenire Hedegaard in persona. «La commissione Trasporti del Senato degli Stati Uniti ha approvato un disegno di legge che può compromettere l'azione contro l'inquinamento dell'aviazione civile», il suo commento.
Immediata, invece, la condanna del Parlamento europeo. Nonostante a differenza della Commissione Ue sia chiusa e quindi non ci sia attività, da questa istituzione comunitaria arriva la critica di Matthias Groote (S&D), presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo. «Il provvedimento adottato negli Stati Uniti è un sgarbo, una mossa controproducente». Le critiche per l'azione europea? Per Groote niente di strano nell'iniziativa Ue. «Si fonda su una semplice realtà: anni di discussioni a livello internazionale non hanno prodotto alcun risultato, mentre le emissioni globali dell'aviazione civile dal 1990 al 2006 sono raddoppiate». Le posizioni, dunque, non cambiano: l'Unione europea – da quello che si capisce dalle parole di Hedegaard e soprattutto dalla reazione di Groote– non sembra intenzionata a cedere e, quindi, a rivedere la propria strategia sulle emissioni. Analoga posizione per gli Stati Uniti, e ciò alimenta la forza di quei paesi che, esattamente come gli Stati Uniti, non intendono conformarsi all'Ets europeo. La Cina – che insieme agli altri paesi “Brics” (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si è inontrata a Washington proprio per affrontare il tema Ets europeo – ricorda che oggi il settore dell'aviazione civile rappresenta solo l'1% delle emissioni di CO2 globali, mentre il solo settore automobilistico produce più del 15% dei gas a effetto serra nel mondo. La Cina chiede quindi di concentrarsi sul trasporto su strada, prima ancora che sul settore aeronautico. L'India, invece, pensa a sanzioni contro le compagnie aeree europee che volano verso il paese.
A richiamare gli Stati Uniti all'ordine non ci pensa la Commissione Ue, ma il Parlamento. Matthias Groote fa notare che con l'Ets «nel caso di voli transatlantici il costo a passeggero, agli attuali prezzi del carbonio, non sarebbe superiore ai due dollari, che è molto meno dei 16 dollari di tasse statunitensi pagate dal passeggero per ogni singola tratta intercontinentale».

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