Wednesday, 19 September 2012

Il "made in China" entra in Parlamento europeo

Denuncia di Morganti (Lega/Efd): «Nei nostri uffici messi telefoni cinesi».

Claudio Morganti
di Emiliano Biaggio

Sorpresa, in Parlamento europeo i telefoni sono "made in China". Proprio così. Nonostante la concorrenza sleale del paese asiatico e l'impegno comunitario a tutelare il mercato unico dai prodotti provenienti da est, i prodotti cinesi sono giù arrivati. E nel cuore dell'Ue. La denuncia arriva dall'eurodeputato della Lega nord, Claudio Morganti, che lamenta un'operazione di restyling condotta durante l'estate, quando - all'insaputa di tutti - sono stati sostituiti i telefoni. Con apparecchi cinesi. «Rientrando nei nostri uffici dopo la pausa estiva sono rimasto molto perplesso nel trovare dei nuovi telefoni dell'azienda americana Cisco», esordisce Morganti. I telefoni di Cisco, spiega, «ovviamente sono realizzati in Cina, dove, come tutti ben sanno, non si rispettano affatto gli standard sociali dell'Ue». Per l'Itec, la direzione generale che si occupa di fornire assistenza tecnologica all'Europarlamento, non c'è nulla di strano: quando si sostituisce qualcunque apparecchio si provvede a rifornirsi ad un fornitore diverso, così da garantire la concorrenza tra i diversi produttori. Una spiegazione che non convince il parlamentare europeo della Lega. «Ritengo che questa istituzione dovrebbe dare, per prima, l'esempio, e specialmente in questo momento, quando possibile, aiutare le aziende europee piuttosto che quelle di Paesi extra-Ue». Da qui l'invito ad evitare certi tipi di sostituzioni. «Mi auguro - auspica Morganti - che sempre meno prodotti tecnologici che usiamo in Parlamento vengano realizzati in quei Paesi terzi, come la Cina, che sono tra i principali concorrenti sleali dell'Ue».

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