Tuesday, 23 October 2012

"No" dell'Ue alle quota rosa. Col voto delle donne.

La proposta di direttiva per la parità di genere nei consiglio di amministrazione delle società affossata dal voto delle commissarie europee.

Viviane Reding
di Emiliano Biaggio

Donne di tutto il mondo unitevi! E indignatevi, se vi riesce. Ma in Commissione europea le donne - quelle che contano - si dividono, e votano contro la proposta di direttiva per stabilire la presenza obbligatoria di donne all'interno dei consigli d’amministrazione delle aziende quotate e delle società pubbliche dei paesi dell’Unione europea. Strano ma vero: i commissari Ue per l'Azione sul clima, per l'Agenda digitale e per la Ricerca, hanno bocciato la proposta della collega per la Giustizia e i diritti fondamentali. Connie Hedegaard, Neelie Kroes, Cecilia Malmstromm hanno messo in minoranza Viviane Reding, anche grazie all'apporto del superministro degli Esteri dell'Ue, Catherine Ashton. La quota rosa dell'esecutivo comunitario, insomma, vota contro le quote rosa e sancisce una profonda divisione interna al collegio dei commissari. Delle otte commissarie Ue, quattro dicono 'no' alla promozione del ruolo della donna nelle società pubbliche e quelle quotate. La proposta di Reding chiedeva di fissare al 40% il tetto minimo obbligatorio di presenza femminile nei board delle aziende, ma la Commissione l'ha respinta. Per ora. Perchè Reding promette battaglia. Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, «metterà di nuovo in agenda questo argomento prima della fine di novembre», mette in chiaro la responsabile Ue per la Giustizia. La proposta di direttiva sarà all'attenzione dei commissari - e delle commissarie - già il prossimo 14 novembre. Fino a quel momento si cerca un accordo, forse una ricomposizione di un movimento femminile perso nei libri di storia o dimenticato in qualche negozio di Fendi. Tremate, tremate, le streghe son tornate. Altri tempi davvero.

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