di Emiliano Biaggio
La Palestina è “stato osservatore”
presso le Nazioni Unite. L'assemblea generale dell'Onu ha approvato
la richiesta presentata dal presidente dell'Autorità nazionale, Abu
Mazen, per il riconoscimento della Palestina come stato non membro
osservatore. La richiesta è stata accolta con un'ampia maggioranza:
138 i voti favorevoli, appena 9 quelli contrari e 41 astensioni. Un
voto storico, perchè sancisce il riconoscimento “de facto” della
Palestina. Non a caso il presidente dell'Anp prima del voto ha
chiesto che l'Onu concedesse «il
certificato di nascita»
allo stato palestinese. Dopo lo storico voto al palazzo di vetro Abu
Mazen ha quindi invitato a fare in modo che giunga «il
momento di dire basta all'occupazione e ai coloni, perché a
Gerusalemme Est l'occupazione ricorda il sistema dell'apartheid ed è
contro la legge internazionale».
Sulla città, contesa e rivendicata dalla due fazioni, la Palestina
non vuole sconti. I palestinesi, ha detto Abu Mazen, «non
accetteranno niente di meno dell'indipendenza sui territori occupati
nel 1967 con Gerusalemme Est».
Israele, che incassa un duro colpo, non ci sta. Quelle di Abu Mazen,
ha detto il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sono
«parole
ostili, non da uomo che vuole la pace».
Una pace che però non si intravede nemmeno tra le prospettive delle
stato ebraico. Il voto di oggi, ha sottolineato Netanyahu, «non
cambierà alcunché sul terreno, non avvicinerà la costituzione di
uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà».
Ben altro l'auspicio dell'Unione
europea. «Solo
una soluzione politica del conflitto può portare a sicurezza, pace e
prosperità durature ai palestinesi e agli israeliani»,
ha detto l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera,
Catherine Ashton. «L'Unione
europea ha più volte espresso il suo sostegno al riconoscimento
della Palestina all'interno dell'Onu come parte della soluzione al
conflitto».
Ma l'Europa sul voto ha votato non come Unione europea ma a livello
di stati membri. Germania, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Repubblica
Ceca si sono astenuti, mentre hanno sostenuto Abu Mazen Austria,
Cipro, Danimarca, Francia, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo
e Spagna. Tra i paesi europei non Ue a votare per il riconoscimento
della Palestina Islanda, Norvegia e Svizzera. Favorevoli anche tutti
i paesi “Brics” (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
L'Italia ha sciolto la riserva solo all'ultimo, a poche ore dal voto,
per il disappunto di Israele. Ma cambia poco, almeno nell'economia
del voto. La Palestina è riconosciuta dall'Onu.
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