Carrarmati a Praga, 1968 |
Nel mondo diviso in due blocchi la Cecoslovacchia era o no un paese sovietico? La domanda rischia di riaprire ferite ancora non rimarginate nei paesi dell'Europa dell'est, sotto lo stretto controllo dell'Unione sovietica. Ma il punto è proprio qui: i paesi europei nell'emisfero orientale del mondo diviso in due erano da considerarsi autonomi per quanto satelliti, o entità sovietiche? Un articolo sulla commemorazione del primo anniversario della morte di Vaclav Havel innesca la (polemica) discussione. Il Parlamento europeo ha deciso di montare sulla facciata della sede di Bruxelles un cuore in neon, per ricordare il cuore che il politico cecoslovacco aggiungeva alla sua firma. Nella spiegazione di tutto questo Eunews scrive che Havel è stato «il primo presidente della Cecoslovacchia post-sovietica». Un'affermazione - poi modificata con tanto di scuse - che non piace a una lettrice, la quale precisa che la Cecoslovacchia - oggi divisa in due stati indipendenti e sovrani, la Repubblica ceca e la Slovacchia - non è mai stata una parte dell'Unione sovietica. Vero. Ma ufficilamente a dettare le politiche di uno stato indipendente e sovrano solo nominalmente sono sempre stati i dirigenti dell'Urss. Certamente le attuali Repubblica ceca e Slovacchia hanno una storia diversa da quella delle repubblica baltiche o dall'Ucraina e della Bielorussia, tutti paesi incorporati nell'allora Unione sovietica, ma anche se ufficialmente la Cecoslovacchia non ha mai costituito una parte dell'Urss ne faceva parte "de facto" come tutti gli altri paesi dell'europa orientale. Altrimenti come si spiega l'invio di carrarmati a Praga nel 1968? Imperialismo rosso, si potrebbe rispondere. Va notato che il popolo cecoslovacco non si sentiva sovietico nè amava il sistema in cui si trovava, ma di fatto era il popolo di un paese comunista diretto da Mosca, e ciò rendeva automaticamente la Cecoslovacchia uno stato all'interno del modello sovietico. Forse ha ragione la lettrice: il portale eunews avrebbe dovuto definire Havel «il primo presidente della Cecoslovacchia post-comunista». E' un'espressione più precisa e formalmente corretta. Nella sostanza, però, cambia qualcosa? Il dibattito è ufficialmente (ri)aperto.
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