Saturday, 22 December 2012

Manifesto dell'Unione europea

C'è uno spettro che si aggira per l'Europa: è lo spettro dell'Europa libera. Tutti, da speculatori a broker, da cinesi a russi, cercano di circoscriverlo, ma vanamente. La rivoluzione è in atto, è profonda e destinata al successo perchè la rivolzione guarda sempre al futuro, ed è per sempre. Se la rivoluzione va intesa nel suo senso più leninista - vale a dire come "quel movimento reale che abolisce lo stato di cose presente" - allora non c'è dubbio che l'Unione europea è già un rivoluzione in marcia, poich ha già segnato un punto di non ritorno con il passato e getta le basi per un punto di non ritorno con il presente. La vera rivoluzione non guara al presente, ma guarda al passato pensando all'avvenire: il vero cambiamento è quello che cancella gli errori e le aberrazioni della storia, provvedendo a costruire un domani dove non trovano spazi le distorsioni di ieri. L'Unione europea è tutto questo, è sarà molto altro ancora. I popoli lo percepiscono, ma allo stesso tempo guardano questo spettro con timore. Molti hanno tentanto di sabotare la rivoluzione affiancando all'idea di Europa unita e libera le tesi maoiste più radicali secondo cui la rivoluzione è e resta un atto di violenza. Nulla di più sbagliato. L'Europa è rinata nel segno della pace tra i popoli, nel principio dell'uguaglianza umana e sociale e sotto le insegne della tolleranza. Ebbene, se gli ideali di Europa unita e libera non riempiono gli animi e faticano a sbocciare nel cuore e nelle coscienze degli europei, è per via della propaganda contro-rivoluzionaria che offusca la mente di genti già corrotte dalle religioni divine e finanziarie, diaboliche espressioni della struttura economica. Ma capitalismo e capitale sono dottrine e fedi che non possono nulla contro lo spirito del tempo, e il tempo di piena libertà è ormai giunto. Lo spirito europeista si ha oramai trovato il momento storico per dare vita all'Unione europea. L'Unione europea è sinonimo di internazionale dei popoli, primo passo per la costruzione della nuova internazionale socialista che liberi tutti dall'oppressione e dalla classe padronale, oligarchia liberticida. Schengen ha permesso all'uomo di abbattere le barriere divisorie, più concettuali che reali: l'individuo è l'individuo sempre e dovunque, a Praga come a Berlino. Schengen ha abbattuto questo muro dei falsi miti capitalisti, riconsegnando l'uomo alla propria dimensione naturale, quella dell'intersocialità. L'unione europea ha permesso l'unione delle genti, riaffermando quel principio di uguaglianza fondamentale per la dignità di tutti, uomini, donne, anzioni, bambini. Uguaglianza di diritti, nelle fabbriche come negli uffici, nelle strutture dirigenziali come nelle sacche operaie e proletarie. Le crisi cicliche della storia e i soliti avversatori del cambiamento mettono ora in discussione questo processo che è sì guidato da grandi ideali, ma che è ben lungi da essere pura idea. Ma le rivoluzioni non si discutono: si compiono o si contrastano, ma comunque avvengono. La moneta unica, espressione materiale di quell'entità astratta che è l'economia di mercato, ha permesso l'abbattimento delle diverse strutture economiche. E non è che il primo passo: l'abolizione delle ventisette monete con l'introduzione della sola valuta europea non è che il preludio all'abolizione anche dell'ultimo denaro circolante. Non è utopia, è realtà. Anche il processo di riforma delle banche non è che il preludio all'abolizione del sistema neo-capitalista, il passo che serve per intraprendere quel percorso riformatore di cancellazione delle aberrazioni padronali. I capitalisti, che hanno sempre fatto della proprietà privata il loro primo comandamento, grazie alle loro esose banche hanno confuso e sottratto proprietà, rimettendo in discussione quello stesso comandamento da loro creato lasciando la classe lavoratrice a pagare i conti delle crisi che questi stessi padroni hanno generato. Ma oggi la creazione di un'unione bancaria permetterà la compensazione giusta e sacrosanta dei torti inflitti ai cittadini europei, cancellando una volta per tutto l'etica malsansa del profitto. Cittadini e cittadine europee, uomini e donne del continente, lavoratori di tutto il mondo unitevi: insieme renderemo possibile il vero cambiamento, consegnando ai nostri figli e alle generazioni a venire una società più giusta, più equa, più umana, una società davvero europea dove gli attuali stati non saranno che regioni, e dove le lingue non saranno altro che dialetti. Le barriere scompariranno, le idee egoistiche e nazionalistiche saranno una volta per tutte superate, e tutti si ergeranno fieri e uniti sotto un unico cielo, nel nome dell'Europa una e indivisibile, libera e giusta. La storia accoglierà il cambiamento e per tutti sarà una nuova era, il punto di arrivo di questa gloriosa rivoluzione.

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