Aria viziata da un forte odore di birra versata, lattine vuote gettate a terra. Qualche senza tetto dorme già nel grande androne di casa sua, di questa casa per una notte, di questa condizione di una vita. Un ubriaco ancora con ancora rimasugli di alcol nella mano si trascina parlando ai fantasmi della notte. Più avanti un uomo trova nel cestino dell'immondizia il suo gabinetto. Quando arriva il treno ancora sta soddisfacendo i suoi bisogni, e sale sulla vettura con il suo membro ancora in bella vista. Birra e urina impastano l'aria delle viscere di una città popolate da strane creature, alcune dimenticate da tutti, altre dimenticate da sè stesse, altre ancora perse chissà dove. Aria viziata dai resti di una cena lasciati sul pavimento già inaffiato dall'alcol, resti di pranzi improvvisati, stantio odore di fritto. Qualcuno non vede l'ora di scendere da questa carrozza, qualcun altro ci dorme nonostante tutto. La notte si percepisce da queste cosa, nelle profondità della terra nascoste alla luce. Angeli e demoni: sono loro che animano il sottosuolo, e che scandiscono l'alternarsi della luce e delle tenebre.
Aria pulita e fredda. Aria. Il mondo esterno conserva ancora gli odori. Ma sotto i portici violente zaffate di urina stordiscono i sensi. Che sia di cane o di uomo non fa differenza, a quest'ora siamo tutti randagi. Le strade e i vicoli rimbombano solo delle voci e delle grida degli ultimi presenti, di lattine gettate o prese a calci, di vetro infranto. Che sia vetro di bottiglie o vetrine conta poco: le regole del normale vivere non contano più dopo una certa ora. Un vecchio signore, uno dei pochi rimasti a parlare con lo spiccato accento bruxellese in una città dalle mille e una lingua, racconta la propria vita al primo passante che commette l'errore di ricambiargli il saluto. Poco distante una borsetta abbandonata per la strada con un mazzo di chiavi poco più in là disegnano una scena del crimine, mentre sirene della polizia che si allontanano segnalano la necessità di riprendere il controllo di una situazione sfuggita di mano. E' centro pieno, è il centro di tutto. Delle notti brave, delle serate senza fine, della vita mondana fatta di discoteca, sballo, donne, eccessi. E' l'altra faccia della medaglia, è l'altra città, quella non di euroburocrati o lobbisti, ma di sbandati e malaffaristi. E' ciò che pensi ma che non immagini, è ciò che sai ma che non ti aspetti. E' ciò che ti sveglia o ciò che ti addormenta. E' cio' che ti apre gli occhi se sei disposto a vedere, è ciò che te li chiude se vuoi sopravvivere.
Aria pulita e fredda. Aria. Il mondo esterno conserva ancora gli odori. Ma sotto i portici violente zaffate di urina stordiscono i sensi. Che sia di cane o di uomo non fa differenza, a quest'ora siamo tutti randagi. Le strade e i vicoli rimbombano solo delle voci e delle grida degli ultimi presenti, di lattine gettate o prese a calci, di vetro infranto. Che sia vetro di bottiglie o vetrine conta poco: le regole del normale vivere non contano più dopo una certa ora. Un vecchio signore, uno dei pochi rimasti a parlare con lo spiccato accento bruxellese in una città dalle mille e una lingua, racconta la propria vita al primo passante che commette l'errore di ricambiargli il saluto. Poco distante una borsetta abbandonata per la strada con un mazzo di chiavi poco più in là disegnano una scena del crimine, mentre sirene della polizia che si allontanano segnalano la necessità di riprendere il controllo di una situazione sfuggita di mano. E' centro pieno, è il centro di tutto. Delle notti brave, delle serate senza fine, della vita mondana fatta di discoteca, sballo, donne, eccessi. E' l'altra faccia della medaglia, è l'altra città, quella non di euroburocrati o lobbisti, ma di sbandati e malaffaristi. E' ciò che pensi ma che non immagini, è ciò che sai ma che non ti aspetti. E' ciò che ti sveglia o ciò che ti addormenta. E' cio' che ti apre gli occhi se sei disposto a vedere, è ciò che te li chiude se vuoi sopravvivere.
Grandissimo post.
ReplyDeleteBiaggio for president!(sai com'è, in Italy ci sono un paio di poltrone vacanti...)
Simone
Grazie davvero Simone, ma non me la sento. La mia sedia è già traballante di suo, per cui preferisco un posto fisso a poltrone instabili.
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