Berlino, Alexanderplatz |
Berlino è grande, immensa. Ma non è come le altre metropoli: è calma. Non si avverte il senso di frenesia che si può avere in posti come Londra o Roma, non si percepisce il caotico ordine delle capitali. E' sterminata, ma non dispersiva. Berlino è un punto di incontro non a caso. E' viva e si vede. Lo si percepisce dalle costruzioni moderne, dalla giovinezza che popola ogni dove. Berlino parla. Racconta di sè, in ogni momento, in ogni angolo. Ha una storia importante, un passato non facile. E quella storia è visibile ancora oggi. Ciò che resta del muro è solo un parte di quello che la città ha da dire. Oggi quella barriera è un tripudio di accesi colori freddi, come dimostra il curriculum del muro, oltre 100 di morti per cercare di superare l'ostacolo alla logica. Una ferita indelebile, come dimostra la lunga cicatrice di mattoni sull'asfalto a ricordare che laddove oggi si può andare una volta si finiva di muoversi. Monumento agli oppositori di un regime che seppe far sparire gente solo in seguito ritrovata, ma solo nella memoria. Poi il labirinto dell'angoscia, disegnato da cubi alti e stretti che ben ricostruiscono l'atmosfera solo appena percepibile di ciò che patirono in milioni. Berlino non può essere uguale alle altre città, e neppure simile. Lo ricordano i cartelloni storici sistemati in ogni angolo della città: lo smembramento della città, la costruzione del muro, la guerra fredda, il trattato di pace, la fine di tutto e un nuovo inizio. Nel bene e nel male la storia passa di qua.
Berlino, una parte del muro |
LE FOTO DI BERLINO
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