La Grecia annuncia oltre ventimila licenziamenti nel settore pubblico e il ministro delle Finanze tedesco si compiace per i progressi fatti da Atene. Dalla Germania una colpevole mancanza di rispetto.
l'e-dittoreale
Ci hanno insegnato che gioire delle disgrazie degli altri non sta bene, perchè non è carino. E' un fatto di buona educazione, una questione di rispetto. Ma questo forse l'hanno insegnato solo in alcune parti d'Europa, e viene da pensare che uguale insegnamento non è stato impartito a tutte le famiglie tedesche, se un ministro del governo federale si permette di lodare gli sforzi di un paese - la Grecia - che per ottenere gli aiuti necessari per far fronte alle difficile situazione economica ha votato per il licenziamento di ben 25.000 persone. Il Parlamento ellenico ha approvato il “polynomoskedio” imposto dalla Troika (composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale), il disegno di legge per snellire l'apparato pubblico - e quindi ridurre il costo del funzionamento dello Stato - che prevede il taglio di 25.000 dipendenti pubblici. L’intervento è praticamento obbligato, dato che la riduzione della spesa pubblica rientra nell’ambito delle misure richieste dai creditori internazionali ed è propedeutico allo sblocco di una nuova tranche di prestito: approvato con di 153 voti su un totale 300 deputati (il minimo richiesto era di 151), il testo dimostra come la metà delle istutuzioni elleniche sia contrario alla cura imposta dalla comunità internazionale. L'Unione europea sta ripetendo ormai da mesi il ritornello del "più crescita e più occupazione", ma in Grecia propone ben altra musica. Merito - o forse colpa, ad altri il compito di stabilirlo - della linea del rigore imposto dai creditori internazionali più inflessibili, in particolare la Germania, paese capofila del rigore. Sorprende fino a un certo punto, quindi, che il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, abbia lodato i «grossi passi avanti» compiuti dall'esecutivo ellenico dicendosi «colpito» dal miglioramento dei conti. Le parole di Schaeuble sono coerenti con il sentire del governo tedesco, ma per nulla diplomatiche e ancor meno consone per chi dovrebbe fare i conti con la realpolitik: non si può battere le mani a chi genera un'ondata di disoccupazione di una dimesione come quella appena decretata ad Atene. E' una questione di rispetto. Da Schaeuble arriva un pessimo insegnamento, un pessima lezione di stile. Avrebbe potuto dire che fa male vedere tanta gente perdere il proprio lavoro ma che presto le cose andranno a posto. Invece non l'ha detto. Nel corso della sua visita nella capitale greca il giorno dopo il voto del “polynomoskedio” avrebbe invece garantito un aiuto di 100 milioni di euro per finanziare un programma di sostegno alle piccole e medie imprese. Il classico zuccherino per addolcire la pillola. Davvero una bella eredità da lasciare alle future generazioni greche.
Wolfgang Schaeuble |
Ci hanno insegnato che gioire delle disgrazie degli altri non sta bene, perchè non è carino. E' un fatto di buona educazione, una questione di rispetto. Ma questo forse l'hanno insegnato solo in alcune parti d'Europa, e viene da pensare che uguale insegnamento non è stato impartito a tutte le famiglie tedesche, se un ministro del governo federale si permette di lodare gli sforzi di un paese - la Grecia - che per ottenere gli aiuti necessari per far fronte alle difficile situazione economica ha votato per il licenziamento di ben 25.000 persone. Il Parlamento ellenico ha approvato il “polynomoskedio” imposto dalla Troika (composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale), il disegno di legge per snellire l'apparato pubblico - e quindi ridurre il costo del funzionamento dello Stato - che prevede il taglio di 25.000 dipendenti pubblici. L’intervento è praticamento obbligato, dato che la riduzione della spesa pubblica rientra nell’ambito delle misure richieste dai creditori internazionali ed è propedeutico allo sblocco di una nuova tranche di prestito: approvato con di 153 voti su un totale 300 deputati (il minimo richiesto era di 151), il testo dimostra come la metà delle istutuzioni elleniche sia contrario alla cura imposta dalla comunità internazionale. L'Unione europea sta ripetendo ormai da mesi il ritornello del "più crescita e più occupazione", ma in Grecia propone ben altra musica. Merito - o forse colpa, ad altri il compito di stabilirlo - della linea del rigore imposto dai creditori internazionali più inflessibili, in particolare la Germania, paese capofila del rigore. Sorprende fino a un certo punto, quindi, che il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, abbia lodato i «grossi passi avanti» compiuti dall'esecutivo ellenico dicendosi «colpito» dal miglioramento dei conti. Le parole di Schaeuble sono coerenti con il sentire del governo tedesco, ma per nulla diplomatiche e ancor meno consone per chi dovrebbe fare i conti con la realpolitik: non si può battere le mani a chi genera un'ondata di disoccupazione di una dimesione come quella appena decretata ad Atene. E' una questione di rispetto. Da Schaeuble arriva un pessimo insegnamento, un pessima lezione di stile. Avrebbe potuto dire che fa male vedere tanta gente perdere il proprio lavoro ma che presto le cose andranno a posto. Invece non l'ha detto. Nel corso della sua visita nella capitale greca il giorno dopo il voto del “polynomoskedio” avrebbe invece garantito un aiuto di 100 milioni di euro per finanziare un programma di sostegno alle piccole e medie imprese. Il classico zuccherino per addolcire la pillola. Davvero una bella eredità da lasciare alle future generazioni greche.
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